Dopo settimane di flessione, i noli medi spot del trasporto marittimo di container sulle principali rotte dall’Estremo Oriente hanno registrato un marcato rialzo a metà ottobre 2025, per poi stabilizzarsi sui livelli attuali. Secondo l’aggiornamento di Xeneta del 23 ottobre 2025, le tariffe medie per container da 40 piedi mostrano infatti una tendenza di consolidamento dopo il picco di metà mese.
Il collegamento dall’Asia verso la costa occidentale degli Stati Uniti è quello che ha mostrato la variazione maggiore, con una crescita del 33,4% rispetto al 9 ottobre e una tariffa media di 2.044 dollari per container. Il valore, tornato ai livelli di metà settembre, si avvicina ora ai noli a lungo termine, pari in media a 2.013 dollari per feu. I vettori hanno aumentato nel mese di ottobre le partenze cancellate sul Transpacifico, mantenendo l’offerta di capacità leggermente inferiore rispetto a settembre.
Sulla rotta verso la costa orientale statunitense, la tariffa media spot ha raggiunto 2.953 dollari per feu, in aumento del 20,9% in due settimane e anch’essa in linea con i valori di metà settembre. Il differenziale tra le due coste è rimasto stabile nelle ultime due settimane, attestandosi intorno ai 909 dollari, segnale di un andamento simile delle condizioni di mercato. Il confronto con i contratti a lungo termine mostra una sostanziale parità: la media per la costa orientale è di 3.070 dollari per feu.
Dall’Asia verso l’Europa, la dinamica è stata più moderata. I noli spot per il traffico dall’Estremo Oriente al Nord Europa sono saliti del 18% rispetto a due settimane fa, raggiungendo 1.976 dollari per feu, mentre verso il Mediterraneo l’aumento è stato del 9,8%, con una media di 2.367 dollari per feu. Tuttavia, rispetto alla settimana precedente si registra una lieve flessione, rispettivamente del -1,3% e del -1,4%. Il divario tra le due rotte europee si è ridotto a 391 dollari, valore simile a quello di fine agosto, dopo che a metà settembre era pari a 605 dollari.
La diminuzione del 5,7% dei noli verso il Mediterraneo dal 16 settembre ha contribuito in modo determinante a questo riavvicinamento, mentre le tariffe verso il Nord Europa sono cresciute del 3% nello stesso periodo. Sui collegamenti europei, le tariffe spot restano inferiori a quelle a lungo termine, che si attestano mediamente a 2.168 dollari per feu verso il Nord Europa e a 3.237 dollari verso il Mediterraneo.
Anche sull’asse Nord Europa–costa orientale degli Stati Uniti, il mercato mostra una certa stabilità. Il nolo medio spot si ferma a 1.581 dollari per feu, invariato rispetto alla settimana precedente, ma in calo del 2,6% rispetto a due settimane fa e del 44,6% rispetto allo scorso anno. Secondo Peter Sand, analista capo di Xeneta, “l’aumento dei noli spot a metà ottobre sulle rotte verso l’Europa rappresenta un segnale positivo per i vettori, ma non sufficiente a superare le tariffe a lungo termine”. La situazione, osserva Sand, favorisce gli spedizionieri, che potrebbero rinviare le trattative contrattuali al primo trimestre 2026 per ottenere condizioni più vantaggiose.
Xeneta ritiene che negli Stati Uniti, invece, la quasi equivalenza tra noli spot e a lungo termine sul Transpacifico offra potenzialmente margini di manovra agli spedizionieri, ma l’instabilità geopolitica pesa sulle strategie. L’introduzione dei nuovi diritti portuali statunitensi e le misure di ritorsione annunciate dalla Cina, unite alla minaccia di un’ulteriore tariffa del 100% sulle importazioni cinesi da parte dell’amministrazione Trump, rendono l’orizzonte negoziale incerto. “Anche se alcuni ritengono che la minaccia di un dazio del 100% sia solo tattica, se dovesse concretizzarsi causerebbe nuove difficoltà per gli operatori già colpiti da una lunga fase di tensione tariffaria”, ha concluso Sand.


































































