Il 6 novembre 2020, il Sindacato Lavoratori Uniti ha comunicato al Comitato di Igiene e Sicurezza convocato dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro che i contagi di Covid-19 stavano crescendo “dentro e fuori il porto”, chiedendo un programma di controlli su tutti i lavoratori del porto. A conferma di tale tendenza, il 10 novembre il sindaco della città calabrese, Aldo Alessio, ha scritto sul suo profilo Facebook che in un solo giorno il numero dei positivi all’interno del Comune è passato da 78 a 100. L’11 novembre, l’Autorità Portuale di Gioia Tauro ha dichiarato di stare seguendo “con la massima attenzione” le preoccupazioni dei lavoratori e manifestato “l’esigenza di effettuare un mirato screening dell’intera area portuale, affinché si possano, di conseguenza, adottare le necessarie determinazioni per contenere la diffusione dei contagi”.
L’obiettivo, prosegue la nota, è “garantire la continuità delle attività lavorative dello scalo, assicurando però le necessarie condizioni di massima sicurezza degli ambienti di lavoro, così come richiesto dalle linee guida e dai successivi protocolli adottati in materia di contenimento della diffusione del nuovo coronavirus”. L’Autorità ha attuato altre due azioni: ha invitato la la Regione Calabria per assicurare l’attività di screening dell’intera comunità portuale e inviato le società terminaliste e tutte le aziende che operano in porto svolgere i tamponi ai propri dipendenti.