La Pedemontana Lombarda dovrebbe essere una nuova arteria portante del traffico stradale in Lombardia, sgravando l’autostrada A4, ma finora è stata un pozzo che produce perdite finanziare alla Regione Lombardia. Lo ha certificato a luglio 2025 la Corte dei Conti, che ha analizzato il bilancio della società che gestisce la nuova autostrada. I magistrati contabili hanno rilevato che ogni chilometro della strada costerà ai contribuenti circa 52 milioni di euro ma soprattutto comporta, e lo farà anche in futuro, perdite per la Regione Lombardia, che è l’azionista di maggioranza di Autostrada Pedemontana Lombarda.
Nella sua relazione, la Corte rileva che, nonostante i 46 milioni di euro incassati nel 2024 dai pedaggi delle tratte già operative, la società Autostrada Pedemontana Lombarda ha chiuso l’anno con una perdita di 1,7 milioni di euro. Questo deficit si aggiunge alle perdite cumulate tra il 2020 e il 2023, per un totale di 97,9 milioni. Il conto complessivo delle perdite sfiora così i cento milioni. Nel frattempo, l’indebitamento della società è esploso, raggiungendo quota 1,144 miliardi di euro, più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. Il Piano Economico Finanziario 2023 fissa il costo totale dell’opera a 4,598 miliardi di euro, un incremento di 480 milioni rispetto alle stime precedenti.
Il procuratore regionale della Corte dei Conti, Paolo Evangelista, ha sottolineato come l’intera operazione esponga Regione Lombardia a un doppio rischio: in quanto azionista di maggioranza di Apl (74,15%, a cui si aggiunge il 14,8% controllato tramite Milano-Serravalle), ma anche come soggetto proprietario del 50% della società concedente, Cal (Concessioni Autostradali Lombarde), attraverso Aria. La Regione, di fatto, finanzia un’opera su cui ha una duplice responsabilità, moltiplicando i rischi di esposizione al fallimento del progetto.
Dal 2020 la Regione è intervenuta più volte per tenere in vita il progetto: prima con un aumento di capitale da 350 milioni di euro, poi con due Leggi regionali che hanno autorizzato prestiti in conto soci rispettivamente da 900 e 175 milioni, da rimborsare solo a partire dal 2045. A questi si aggiunge l’ulteriore aumento di capitale del 2024 per 272 milioni.
Tali operazioni, secondo i magistrati contabili, espongono la Regione a “perdite pressoché certe” in caso di mancato completamento o scarsa redditività dell’infrastruttura. La relazione tecnica della referendaria Rita Gasparo ribadisce la gravità della situazione e l’insostenibilità finanziaria di un’opera che, nelle attuali condizioni, “non è improntata alla migliore prudenza”. La Corte rimarca che il rischio del rimborso dei prestiti graverà sulle future generazioni, aggiungendo che il rapporto costi-benefici dell’opera è sempre più sfavorevole.
L’Autostrada Pedemontana Lombarda nasce come progetto strategico per collegare l’ovest e l’est della Lombardia lungo un asse autostradale alternativo alla congestione milanese. L’opera, lunga 88,5 chilometri, a cui si aggiungono 46 chilometri di tangenziali e viabilità secondaria, è stata concepita inizialmente in project financing. Tuttavia, la scarsa appetibilità per gli investitori privati ha fatto sì che il peso economico ricadesse progressivamente sul pubblico.
Già nel 2022 la Corte dei Conti espresse preoccupazione: parlava allora di un investimento “ingentissimo” da parte della Regione con “incerto rimborso”, definendo l’opera come un possibile “debito per le generazioni future”. Da allora, la situazione è peggiorata, con l’aumento delle partecipazioni pubbliche e dei debiti contratti. Con un costo unitario che quasi raddoppia quello medio delle infrastrutture europee e con uno squilibrio finanziario ormai evidente, la Pedemontana lombarda rischia di diventare un simbolo negativo della gestione delle grandi opere pubbliche.























































