Inaugurata nel 2017 con l’obiettivo di realizzare un collegamento terrestre tra la Cina e l’Europa, la ferrovia che collega Azerbaigian, Georgia e Turchia conferma, a meno di dieci anni di distanza, il suo ruolo di una nuova Via della Seta per ridurre i tempi di trasporto rispetto alla modalità marittima. Conosciuta con la sigla di Btk (Baku-Tbilisi-Kars) è uno dei segmenti più significativi del Middle Corridor. Nel corso del 2026 si arricchirà di un importante tassello a servizio della logistica.
Le Ferrovie della Georgia hanno annunciato, infatti, la costruzione del nuovo terminal ad Akhalkalaki, a circa trenta chilometri dal confine con la Turchia. Questo insediamento era già in programma, ma finora non era mai stato messo in calendario. Il nuovo terminal si troverebbe in posizione baricentrica tra Tbilisi, capitale della Georgia e Kars dove la ferrovia Btk si collega alla rete turca principale.
Il nuovo corridoio transfrontaliero è destinato ad acquisire un ruolo sempre più importante in futuro. Per questo motivo la ferrovia è progettata per trasportare un volume iniziale di poco superiore a sei milioni di tonnellate di merci l’anno, con la prospettiva di raggiungere 17 milioni di tonnellate entro il 2034. Il prossimo obiettivo, da raggiungere entro il 2026, è la completa digitalizzazione di tutte le procedure, comprese quelle doganali: secondo le ferrovie georgiane questo dimezzerà i tempi di transito che scenderanno dalle 22-24 ore attuali a sole dodici ore.
La ferrovia Btk non è l’unico programma in fase avanzata di completamento. L’attenzione è puntata anche su un altro progetto conosciuto come corridoio Zangezur (ma a volte indicato anche come corridoio di Naxçıvan) che dovrebbe collegare l’Azerbaigian alla sua exclave del Naxçıvan, situata tra Armenia e Turchia, passando attraverso la provincia armena di Syunik. Qui la situazione è molto più complicata dal punto di vista geopolitico, in quanto solo nel 2020 si è concluso il conflitto che ha interessato questa regione ed è indicato come guerra del Nagorno-Karabakh.
Ma ora le prospettive potrebbero cambiare visto anche l’interesse, del tutto inatteso, manifestato dall’Amministrazione americana per creare una rete che corre a sud della linea Btk, offrendo due alternative per collegare Baku, e quindi il Mar Caspio, con la Turchia e quindi con l’Europa lungo il Middle Corridor.
La vivacità commerciale di quest’area geografica e il ruolo sempre più importante ricoperto dalle infrastrutture di trasporto, è confermato da numerosi esempi. Uno di questi è offerto dal porto secco di Tbilisi (Tbilisi Dry Port), in Georgia, che è stato inaugurato solo nell’aprile 2025, ma sta già attirando grandi operatori. Tra questi c’è Medlog, società logistica del gruppo Msc, che ha avviato un servizio ferroviario tra il Tbilisi Dry Port e i porti georgiani di Poti e Batumi sul Mar Nero.
Il collegamento di Medlog consente di ridurre drasticamente i tempi di trasporto dei container tra l’entroterra e le aree portuali, migliorando la connettività con le rotte marittime internazionali gestite da Msc. La nuova linea ferroviaria rafforza inoltre la funzione del porto secco come hub intermodale, integrando servizi di stoccaggio e movimentazione dei container. L’iniziativa serve anche a sostenere i flussi commerciali tra Asia ed Europa. Ma oltre al nuovo servizio di Medlog, Georgia e Azerbaigian hanno recentemente concordato l’avvio di un collegamento tra il Mar Caspio e il Mar Nero.
Piermario Curti Sacchi

































































