Un’operazione coordinata dall’European Public Prosecutor’s Office (Eppo), in collaborazione con gli uffici doganali di Amburgo e Hannover, ha colpito una rete criminale transnazionale specializzata in frodi fiscali nel settore dei carburanti. L’inchiesta, dal nome in codice Water into Wine (acqua nel vino), ha portato all’arresto di due persone in Germania e al sequestro di beni di valore, tra cui orologi di lusso, criptovalute, armi da fuoco e server informatici. L’organizzazione è sospettata di aver causato un danno economico superiore ai 200 milioni di euro, di cui 66 milioni in Iva non versata e oltre 137 milioni in accise evase.
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’organizzazione operava in almeno sette Paesi europei – Germania, Belgio, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia – attraverso un complesso sistema di triangolazioni commerciali e false dichiarazioni doganali. Al centro del meccanismo illecito vi era la distribuzione di miscele chimicamente alterate per sfuggire alla tassazione e ai controlli sulla tracciabilità. Questi prodotti venivano introdotti nel mercato tedesco passando per la Polonia, dove venivano falsamente dichiarati come oli lubrificanti, una categoria non soggetta ad accise. Una volta giunti in Germania, venivano riclassificati come gasolio e immessi sul mercato.
Il meccanismo consentiva di mascherare la vera natura del prodotto, interrompendo la catena di tracciabilità e creando l’illusione di una commercializzazione regolare. Attraverso una rete di aziende fittizie, i cosiddetti “missing traders”, l’organizzazione emetteva fatture false che documentavano vendite inesistenti di carburante, permettendo così di ottenere indebitamente rimborsi Iva e simulare il corretto pagamento delle accise. Questo stratagemma ingannava non solo le autorità doganali, ma anche gli acquirenti finali, che credevano di acquistare carburante vero regolarmente tassato.
I profitti ottenuti con queste attività illecite venivano successivamente riciclati attraverso l’acquisto di metalli preziosi o trasferiti all’estero tramite fornitori di servizi di pagamento, in un ulteriore tentativo di occultare l’origine del denaro. I sequestri effettuati nel corso delle perquisizioni condotte a Berlino e Magdeburgo testimoniano il livello di organizzazione e le risorse finanziarie a disposizione del gruppo criminale. L’intera operazione si è svolta con il supporto di Europol, che ha facilitato il coordinamento e lo scambio di informazioni tra le Autorità coinvolte tramite una piattaforma di comando virtuale.





























































