A partire dalla mezzanotte di giovedì 25 settembre la Polonia ha riaperto il confine con la Bielorussia. La notizia di una riapertura circolava già da qualche giorno sulla stampa internazionale, ma la conferma è arrivata dopo una riunione del Consiglio dei Ministri avvenuta il 23 settembre. “Come annunciato, dopo un'analisi approfondita basata sulle informazioni ottenute dalle Autorità, stiamo riaprendo la frontiera. Stiamo verificando costantemente la situazione”, si legge sul sito gov.pl.
La riapertura è stata decisa dopo le proteste dei vettori polacchi e la notizia di migliaia di camion bloccati in Bielorussia. Oltre al traffico stradale, è stato nuovamente consentito anche il transito ferroviario e i numerosi treni in attesa saranno gradualmente autorizzati al transito. Secondo il Governo polacco le esercitazioni militari sul territorio di Minsk sono concluse e non rappresentano più una minaccia, anche se non si esclude una nuova chiusura qualora il livello di allerta dovesse nuovamente aumentare.
" Abbiamo tenuto conto degli interessi economici dei vettori polacchi, tra cui Pkp Cargo, e abbiamo ritenuto che questa fosse la migliore soluzione. Se dovesse sorgere la necessità, se le tensioni o i comportamenti aggressivi da parte dei nostri vicini dovessero aumentare, non esiteremo a riconsiderare la decisione di chiudere i valichi" ha dichiarato il Primo Ministro.
Intorno a mezzanotte, la Guardia di Frontiera ha rimosso barriere in cemento e file spinato dai valichi di Terespol-Brest, riservato alle auto, e di Koroszczyn -Kozłowicze, destinato al transito dei veicoli industriali e hanno poi ripristinato il traffico in entrambe le direzioni. Per consentire una viabilità fluida e pratiche rapide, il Governo polacco ha aumentato del 30% il numero di agenti doganali alle frontiere e si è dichiarato disposto ad aumentarlo ulteriormente se necessario. Solamente durante la notte, sono stati sdoganati 272 camion in uscita dalla Polonia e altri 154 in entrata ma colonna di automezzi in attesa superava gli 8 chilometri.
La riapertura è comunque da considerarsi parziale, dato che su un totale di 6 valichi stradali ben quattro sono ancora chiusi. La frontiera di Kuznica, nel nord della Polonia, è infatti chiusa dal 2021 a causa dei forti flussi migratori, quella di Połowce, più a sud, è stata chiusa durante la pandemia di Covid-19 e mai più riaperta, il valido di Bobrowniki è invece chiuso dal 2023 a seguito della condanna di un attivista polacco in Bielorussi e infine la dogana di Sławatyczach, nell’area di Lublino, è chiuso dal 2020 a causa dell’impraticabilità del ponte sul fiume Bug che corre lungo in confine. Il traffico resta dunque concentrato su due soli valichi, circostanza che permetterebbe al Governo di Varsavia di richiudere i confini con la Bielorussia molto velocemente.
Marco Martinelli

































































