Il 21 ottobre 2025 il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva la riforma delle patenti di guida, completando un percorso legislativo durato oltre due anni e segnando una svolta nella politica europea per la sicurezza stradale e la formazione dei conducenti. Il provvedimento, parte del pacchetto per la sicurezza stradale avviato dalla Commissione Europea nel 2023, è stato adottato senza votazione formale in seconda lettura, dopo l’accordo raggiunto con il Consiglio dell’Unione Europea.
La riforma sostituisce la Direttiva del 2006 e introduce norme aggiornate per il rilascio, la validità e la sospensione delle patenti, con l’obiettivo di ridurre il numero di vittime della strada e armonizzare le regole per conducenti e autorità nazionali. Particolare attenzione è rivolta ai conducenti dei veicoli industriali, per i quali l’Unione intende facilitare l’accesso alla professione e, al tempo stesso, garantire livelli di sicurezza più elevati.
Le nuove disposizioni consentono ai diciottenni di ottenere la patente per autocarri (categoria C) e ai ventunenni quella per autobus (categoria D), purché in possesso del certificato di qualificazione del conducente. In assenza della Cqc, l’età minima rimane fissata rispettivamente a 21 e 24 anni. L’obiettivo è contrastare la carenza strutturale di autisti che, secondo l’International Road Transport Union, supera oggi il mezzo milione di posti vacanti in Europa. La riduzione dell’età minima è accompagnata da requisiti formativi più rigorosi e dall’introduzione di forme di guida accompagnata anche per i conducenti professionali, che potranno acquisire esperienza affiancati da un autista esperto.
L’Iru ha accolto favorevolmente la misura, sottolineando che la possibilità di avviare percorsi professionali già dai 18 anni rende più attrattivo il settore del trasporto su strada per le nuove generazioni, senza compromettere gli attuali livelli di sicurezza. L’organizzazione ha tuttavia richiamato l’attenzione sui costi di accesso alla professione: ottenere una patente per veicoli pesanti e le relative qualifiche costa in media 3,7 volte il salario minimo mensile medio in Europa, un ostacolo che la riforma tenta di mitigare attraverso la semplificazione delle procedure di riconoscimento e formazione.
La nuova Direttiva prevede anche un periodo di prova di almeno due anni per tutti i conducenti neopatentati, durante il quale saranno applicate sanzioni più severe in caso di infrazioni gravi, come la guida in stato di ebbrezza o l’uso improprio del cellulare. Gli Stati membri sono incoraggiati a introdurre una politica di tolleranza zero per alcol e droghe nel periodo di prova.
Per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro e favorire il ricambio generazionale nel settore, viene estesa a livello europeo la guida accompagnata dai 17 anni, inizialmente riservata ai veicoli di categoria B, ma applicabile anche ai mezzi pesanti sul territorio nazionale, se previsto dagli Stati membri. La misura vuole facilitare l’ingresso dei giovani nel trasporto professionale e ad aumentarne le competenze in condizioni di supervisione.
Un’altra novità rilevante è la patente di guida digitale, accessibile tramite il portafoglio digitale europeo (EU Digital Identity Wallet). Dal 2030 questo formato diventerà prevalente in tutti gli Stati membri, pur mantenendo la possibilità di richiedere la versione cartacea. La patente digitale, dotata di codice QR, sarà riconosciuta in tutta l’Unione e potrà essere utilizzata anche offline. Gli Stati avranno cinque anni e sei mesi dall’entrata in vigore della direttiva per implementare il sistema, basato su infrastrutture di verifica condivise e interoperabili.
La riforma uniforma inoltre la validità delle patenti: quindici anni per le categorie A e B e cinque anni per le categorie C e D. Gli Stati potranno ridurre tali periodi nei casi in cui la patente valga anche come documento di identità o per i conducenti con più di 65 anni, in modo da consentire controlli medici più frequenti. Prima del rilascio o del rinnovo, i conducenti saranno sottoposti a una visita medica obbligatoria, con esami della vista e valutazioni delle condizioni fisiche.
Per quanto riguarda la formazione, gli esami teorici e pratici dovranno includere nuovi contenuti: consapevolezza dei rischi legati agli angoli ciechi, uso dei sistemi di assistenza alla guida, apertura sicura delle portiere per evitare incidenti con ciclisti e pedoni, e prevenzione della distrazione da dispositivi elettronici. È inoltre introdotto un modulo obbligatorio sulla percezione dei pericoli e sulla condivisione della strada con utenti vulnerabili.
Un aspetto importante della riforma è la reciprocità nel riconoscimento delle sanzioni. D’ora in avanti, un conducente che subisce la sospensione o la revoca della patente in uno Stato membro non potrà guidare in nessun altro Paese dell’Unione. Le Autorità dovranno comunicare la decisione allo Stato che ha emesso la patente entro 15 giorni. Questo sistema sarà sostenuto dalle reti informatiche europee Resper ed Eucaris, già utilizzate per lo scambio di informazioni sui documenti di guida.
La direttiva introduce una nuova categoria, la B1, destinata ai quadricicli non leggeri fino a 15 kW, e chiarisce le equivalenze per veicoli alimentati con carburanti alternativi, permettendo di superare il limite di 3.500 kg a causa del peso delle batterie, purché il conducente abbia esperienza adeguata. Le nuove norme entreranno in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Gli Stati membri avranno tre anni per recepirle nel diritto nazionale e un ulteriore anno per l’attuazione. Per la patente digitale, il termine di implementazione sarà esteso a cinque anni e sei mesi.
































































