Il fallimento della società belga di trasporto Eurosped Belgium, dichiarato il 10 settembre 2025 dal Tribunale di commercio di Hasselt, è un altro tassello della crisi che sta colpendo l’autotrasporto in Belgio. L’azienda di Sint-Truiden, fondata nel 2006 e considerata nel 2015 la società di trasporto a crescita più rapida del Paese, aveva già conosciuto una prima procedura nel marzo 2022, poi annullata. Questa volta, con una flotta ridotta a otto veicoli e 77 dipendenti rimasti, il collasso appare definitivo.
La discesa di Eurosped era iniziata nel 2018 con la scomparsa del fondatore Rik Vanlessen, a cui era seguito un progressivo deterioramento finanziario. Negli ultimi anni il capitale circolante si era mantenuto stabilmente negativo nonostante i fondi propri restassero positivi, e gli oneri finanziari in crescita avevano eroso i margini. La cessione della sede e la drastica riduzione della flotta non sono bastati a evitare l’insolvenza.
Il caso Eurosped non è isolato. Nell’agosto 2025 è stato dichiarato il fallimento del Gruppo De Wolf, che operava tramite una holding e quattro società controllate. La strategia di diversificazione avviata nel 2020 non ha compensato le perdite ereditate dall’acquisizione di Transport Bellekens, in passivo già dal 2022. Un piano di ristrutturazione approvato ad aprile 2025 si è rivelato insufficiente e circa 100 dipendenti sono stati coinvolti nella procedura concorsuale.
Un ulteriore caso è quello di Supreme Transport, società nata nel 2018 a Wommelgem, che aveva investito oltre due milioni di euro e raggiunto 60 veicoli in flotta. Dopo un’espansione rapida, le perdite accumulate nel 2023 hanno portato al fallimento nel luglio 2025. Più a monte della filiera, la crisi di Van Hool, produttore di autobus dichiarato insolvente nell’aprile 2024 con la perdita di 2.500 posti di lavoro, ha aggravato le difficoltà del comparto trasporti.
Secondo i dati diffusi da Statbel, nel 2024 il settore trasporti e logistica in Belgio ha registrato 724 fallimenti, in crescita dell’11,7% rispetto al 2023 e nuovo massimo storico. Sul totale dei 11.067 fallimenti aziendali dell’anno, il comparto ha inciso per il 6,5% pur rappresentando una quota minore dell’economia nazionale. Le conseguenze occupazionali sono rilevanti: oltre 32.500 posti di lavoro persi a livello nazionale nel 2024, di cui 1.198 nel solo settore trasporti nei primi quattro mesi del 2025. Le Fiandre risultano l’area più colpita con oltre 19mila posti di lavoro persi, seguite da Vallonia e Bruxelles.
Le cause della crisi sono multiple. Il prezzo del gasolio è aumentato del 4,9% tra fine 2024 e gennaio 2025, passando da 1.545 a 1.621 euro per mille litri. Dal 2025 è entrato in vigore l’obbligo per le imprese di coprire il 70% delle emissioni tramite quote di carbonio nel sistema Ets, con costi aggiuntivi difficilmente trasferibili ai clienti. Parallelamente sono aumentati i pedaggi stradali legati alle emissioni di CO2. A questi fattori si aggiunge la carenza strutturale di autisti, che ha aumentato i salari del 4,5% annuo, e la forte concorrenza internazionale, in particolare da parte degli operatori dell’Europa orientale e ucraini, attivi sul mercato comunitario dal 2022.

































































