Alla fine di agosto 2025 la pubblica ministero Rossella Salvati ha chiesto il rinvio a giudizio per i due indagati nell’indagine sul suicidio dell’autista di veicoli industriali che a marzo 2023, all’età di 59 anni, si è tolto la vita gettandosi dalla finestra della sua abitazione. La Procura di Torino accusa di omicidio colposo il titolare dell’impresa di trasporto per cui lavorava il camionista, la lodigiana AF Logistics, e il responsabile dell’impianto di Rivalta.
La Procura torinese ha avviato l’indagine dopo un esposto dei familiari della vittima, secondo cui il suicidio sarebbe correlato alle condizioni di stress lavorativo cui l’uomo sarebbe stato sottoposto per mesi. All’inchiesta hanno collaborato l’Ispettorato del Lavoro, la Polizia Stradale e il Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (Spesal) dell’Asl TO3. La Procura ha anche usato una perizia psicologica.
Secondo gli inquirenti, la vittima avrebbe guidato fino a quattordici ore al giorno, mentre l'Ispettorato del Lavoro e lo Spesal avrebbero rilevato nell’ambito aziendale la guida senza scheda nel cronotachigrafo, oppure con la scheda di altri autisti. Secondo l’accusa, uno dei due indagati avrebbe schiaffeggiato l'autista dopo la sua richiesta di alleggerire i turni. Inoltre, l’analisi della documentazione aziendale avrebbe rilevato carenze nei presidi sulla salute e la sicurezza.
L’amministratore delegato di AF Logistics è accusato di carenze nella gestione dell’organizzazione del lavoro, mentre il responsabile dell’impianto di Rivalta è accusato di maltrattamenti. Secondo la Procura, la società “non avrebbe predisposto alcun modello organizzativo per prevenire la commissione del reato”. Questa è la prima richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo in conseguenza di stress-lavoro correlato che ha portato al suicidio di un lavoratore.
AF Logistics è sotto inchiesta anche a Milano. Nell’autunno 2024 ha subito il sequestro di 22 milioni di euro nell'ambito di un’indagine della Procura, coordinata dal pm Paolo Storari, per reati tributari e somministrazione illecita di manodopera. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato attuato un sistema basato su “serbatoi di manodopera” basato su società filtro e cooperative per eludere obblighi previdenziali e il pagamento delle imposte. La società opera in prevalenza al servizio della grande distribuzione organizzata. In entrambi i casi non si è svolto alcun processo e vige la presunzione d’innocenza per gli indagati.































































