La filiera logistica al servizio della grande distribuzione italiana è piuttosto articolata e comprende diverse modalità operative, che spaziano dall’affidamento dell’intera attività a imprese di logistica o di autotrasporto – soprattutto da parte delle reti di Gdo più grandi – fino alla gestione in proprio di tutta o di una parte delle consegne ai singoli punti vendita. In questo comparto è diffuso anche il subappalto, sia nello stoccaggio, sia nel trasporto. In quest’ultimo caso, la Gdo fa lavorare molte imprese, che sono in prevalenza di media o piccola dimensione. In tutti i casi, le società della grande distribuzione organizzata hanno un elevato potere sull’intera filiera logistica, indipendentemente dalla dimensione dei loro fornitori.
Per comprendere la dimensione del settore, basti pensare che la Gdo ha conquistato la gran parte delle vendite dei di molti beni di consumo, alimentare e non, che può raggiungere i due terzi. Gli scaffali dei supermercati sono alimentati da circa cinquecento centri di distribuzione in tutta Italia, che approvvigionano circa 20mila punti vendita di diverse dimensioni, dall’ipermercato (che sono quasi 700) al minimercati di prossimità (che sono oltre 5.600). Ciò avviene in modo pressoché esclusivo con veicoli industriali.
In termini quantitativi, una ricerca del 2023 svolta da GS1 Italia mostra che in quell’anno la Gdo ha movimentato 4,6 miliardi di colli. Erano soprattutto formati da merce secca (57%), seguita dal fresco (21%) e dall’ortofrutta (14%). Sul versante organizzativo, la stessa ricerca rileva che i centri di distribuzione stanno avvicinandosi ai punti di vendita. Nel secco la distanza media è passata dai 94 km del 2018 ai 77 km del 2023, mentre per il fresco è passata da 93 a 87 km.
In questo panorama articolato s’inserisce l’associazione degli autotrasportatori Assotir, che il 26 giugno 2025 ha annunciato la creazione di una sezione dedicata alle imprese, soprattutto piccole e medie, che trasportano per la Gdo e la cui responsabilità è stata affidata a Federico Di Carlo. Presentando l’iniziativa, il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, ha sottolineato che l’autotrasporto è “un soggetto fondamentale e strategico” per questo settore, ma che c’è “una sproporzione di forze nei rapporti con la Gdo”, precisando che anche quando il committente formale è il produttore delle merci, è la società della Gdo a dettare le condizioni generali, comprese le tariffe e l’organizzazione del trasporto.
Donati spiega che il primo obiettivo di Assotir è fornire “un'organizzazione, una visibilità e una soggettività imprenditoriale" ai trasportatori del settore, ma annuncia anche il passo successivo, che è aprire un confronto con gli altri interlocutori della filiera, a partire proprio dalle imprese della Gdo. Di Carlo precisa che l’idea di una rappresentanza specifica dei trasportatori della Gdo è nata dal rinnovo del contratto nazionale Logistica, Trasporto Merce e Spedizioni, che “ha dimostrato che solo con la concertazione tra sindacati e parti datoriali si possono risolvere anomalie e garantire la legalità, la regolarità e la sopravvivenza di lavoratori e aziende”.
Di Carlo aggiunge che una rappresentanza dedicata è necessaria anche perché i trasportatori svolgono attività specifiche, che non sono riconosciute nelle rivendicazioni generali della categoria. Per esempio, la questione dell’impegno è più importante di quella della guida, anche perché il lavoro è spalmato sette giorni su sette. Per garantire il rigoroso rispetto delle consegne, gli autotrasportatori devono avere più autisti che veicoli, facendo quindi ruotare due o tre conducenti su ogni camion. Impegno significa che oltre alla guida, i conducenti devono caricare e scaricare i veicoli, spesso più volte in un turno, e gestire i documenti di consegna. Inoltre, molti di loro devono avere la certificazione Haccp per la manipolazione degli alimenti.
La prima mossa della sezione Gdo di Assotir è proporre a due associazioni della Gdo - Federdistribuzione e Confcommercio – un modello di contratto standard per i fornitori di autotrasporto, di cui l’associazione ha già stabilito i punti fondamentali: riconoscimento automatico del rinnovo del contratto nazionale; aggiornamento Istat annuale obbligatorio; modalità di calcolo dell'incidenza dei costi del carburante e clausola di salvaguardia del gasolio; valorizzazione delle attività accessorie al trasporto; sicurezza degli operatori, degli autisti; limiti di altezza, dimensione e peso dei pallet; analisi delle situazioni di scarico, che spesso avvengono in strada e vicino a incroci.

































































