Il trasporto aereo internazionale delle merci sta attraversando una fase di transizione complessa, in cui l’apparente stabilità dei costi maschera squilibri strutturali emergenti. Lo mostra il rapporto diffuso il 4 luglio 2025 da Xeneta per il mese di giugno 2025, che ha segnato un punto di svolta: per la prima volta in diciannove mesi, la capacità complessiva offerta dalle compagnie ha superato la domanda effettiva di trasporto merci. Una dinamica che, nonostante la presenza di fattori che in teoria avrebbero dovuto sostenere i prezzi – come il caro carburante o la svalutazione del dollaro – ha portato a un calo del 4% dei noli spot su base annua.
Nel dettaglio, la domanda globale è cresciuta dell’1%, mentre la capacità disponibile ha registrato un aumento del 2%. La conseguenza immediata di questo scollamento è stato un abbassamento del fattore di carico dinamico (che tiene conto del volume e del peso) di due punti percentuali, scivolato al 56%. Le compagnie aeree, spiega Xeneta, non sono riuscite a compensare la pressione al ribasso sui prezzi nemmeno con l’aumento dei costi operativi legati al carburante o con l’indebolimento della valuta americana. Il mercato, insomma, ha seguito unicamente la logica dell’offerta e della domanda, dimostrandosi insensibile a elementi esterni normalmente influenti sui prezzi.
Un ulteriore elemento di fragilità è rappresentato dalla domanda finale, in particolare quella legata ai beni di consumo. I consumatori, colpiti da mesi di inflazione persistente e da un generale aumento del costo della vita, stanno adottando comportamenti più cauti. Lo stesso Niall van de Wouw, Chief Airfreight Officer di Xeneta, ha sintetizzato la situazione con un’immagine efficace: “i consumatori stanno votando con il portafoglio”. Tale prudenza si riflette in una riduzione degli acquisti non essenziali, e quindi in una minore pressione sulla filiera logistica globale.
A questo contesto già incerto si aggiunge il fattore politico: la sospensione dei noli applicati dagli Stati Uniti, in vigore dal 2022, si avvia alla scadenza. Per la maggior parte dei Paesi, l’esenzione termina il 9 luglio, mentre per la Cina il termine è fissato al 13 agosto. L’eventuale reintroduzione dei dazi potrebbe innescare una dinamica volatile: una breve corsa agli ordini (già parzialmente visibile sui flussi tra Nord-Est Asia e Nord America) seguita da un brusco ridimensionamento dei volumi.
Le differenze regionali evidenziano quanto il mercato sia oggi segmentato. I corridoi più fragili restano quelli in partenza dal Sud-Est asiatico verso Europa e Stati Uniti, con cali dei noli rispettivamente del 18% e dell’11% su base annua. La direttrice Nord-Est Asia-Europa mostra una sorprendente stabilità, trainata dalla tenuta del traffico del commercio elettronico, mentre la rotta Nord-Est Asia-Nord America registra un modesto incremento dell’8%, attribuito da Xeneta al timore imminente di nuove barriere tariffarie. Di segno opposto, invece, la tendenza sulle rotte di ritorno da Europa e Stati Uniti verso l’Asia, dove i prezzi continuano a scendere sotto livelli sostenibili, riflettendo uno squilibrio commerciale cronico tra i continenti. Anche la rotta transatlantica appare relativamente più stabile: le tariffe crescono di circa il 5% in entrambe le direzioni, suggerendo una dinamica più bilanciata rispetto ad altri scambi intercontinentali.
Sul fronte delle strategie contrattuali, gli operatori mostrano una crescente propensione per formule intermedie. I contratti con durata fra tre e sei mesi sono aumentati sensibilmente nel secondo trimestre dell’anno, passando dal 42% al 50% rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, rispetto al primo trimestre, si osserva un arretramento nella quota dei contratti a tre mesi (dal 38% al 25%), segnale che molte trattative di inizio anno erano frutto di urgenze contingenti più che di scelte strutturali. Il mercato resta improntato alla prudenza: gli impegni annuali si riducono, mentre il ricorso al mercato spot resta elevato ma non ancora prevalente.
Guardando al secondo semestre del 2025, Xeneta prevede uno scenario tutt’altro che lineare. L’eventuale ritorno dei dazi statunitensi, combinato con restrizioni sulle soglie doganali minime per l’e-commerce e una fiducia dei consumatori ancora debole, potrebbe penalizzare ulteriormente le spedizioni internazionali. Se a questo si aggiunge il rischio di tagli di capacità da parte dei vettori, costretti a fronteggiare margini compressi, il settore si troverà davanti a un nuovo equilibrio da negoziare, più fluido e meno prevedibile.
Il cargo aereo entra dunque nella seconda metà dell’anno con una configurazione paradossale: prezzi in discesa, costi operativi in aumento e domanda stagnante. In questo contesto, non basta più generalizzare: ogni corridoio richiede un’analisi specifica, ogni contratto va calibrato sul rischio e sulla flessibilità. Agilità e adattabilità diventano le competenze chiave per affrontare un mercato sempre più frammentato e condizionato da forze esterne alla logistica pura.































































