La società intermodale Ambrogio Trasporti sta chiudendo la sede di Campogalliano, operativa da ottobre 2023 come base commerciale in un "hub logistico chiave per i collegamenti nel Nord Italia", con l'obiettivo di ampliare la rete intermodale e sviluppare il servizio della gestione logistica in conto terzi. All’edizione torinese del Corriere, Livio Ambrogio ha spiegato che la decisione deriva dalle difficoltà in cui versa il trasporto intermodale, che causeranno la chiusura in rosso del bilancio aziendale. Egli cita l’interruzione della circolazione ferroviaria al Frejus per diciotto mesi, il fermo dei lavori al sito di Gallarate e la riduzione delle esportazioni verso la Germania. Non essendoci interventi pubblici sulle difficoltà infrastrutturali, l’azienda sta riducendo il personale.
La chiusura di Campogalliano ha causato la reazione della Filt Cgil, soprattutto per quanto riguarda le modalità di licenziamento di tre dipendenti. Secondo il sindacato, il 6 novembre 2025 tre dipendenti avrebbero saputo di essere licenziate con effetto immediato durante una convocazione dell’amministratore delegato e del direttore commerciale. Il segretario provinciale della Filt di Modena, Marco Bottura, ha denunciato l'assenza di qualsiasi forma di confronto preventivo: "Tutto si è svolto senza nessuna informazione preventiva, nessun confronto per accedere a eventuali ammortizzatori sociali, nessuna offerta di mansioni alternative o di possibilità di trasferimento, nessuna valutazione di particolari condizioni soggettive". Egli ha anche sottolineato che una delle dipendenti è in stato di gravidanza.
A tale proposito, Luigi Ambrogio ha dichiarato, sempre al Corriere, di non sapere dello stato di gravidanza della dipendente, affermando che dopo avere appreso la notizia la donna è stata reintegrata. Sulla questione sono intervenute anche le istituzioni. Giovanni Paglia, assessore regionale al Lavoro dell'Emilia-Romagna, ha diffuso una dichiarazione in cui definisce i licenziamenti come "un atto inaccettabile". Paglia ha sottolineato: "In Emilia Romagna, dove sono centrali il confronto e la tutela di chi lavora, sono inaccettabili atti di licenziamento come questi, avvenuti nell'arco di un tempo brevissimo".






















































