Martedì 28 ottobre 2025 la petroliera russa Komander, un’unità Aframax/Suezmax costruita nel 2004, è rimasta temporaneamente incagliata nel Canale di Suez a seguito di un’avaria al motore. L’incidente è avvenuto alle 12.30 ora locale nel tratto a corsia singola tra i chilometri 47 e 48, poco a sud del ponte Al Salam, mentre la nave stava transitando nel convoglio sud in posizione di coda.
La Komander trasportava circa 80mila tonnellate, equivalenti a un milione di barili, di petrolio greggio russo proveniente da Murmansk e diretti verso la Cina. Secondo la Suez Canal Authority, l’improvviso guasto del motore ha causato la deriva laterale della nave e il conseguente incaglio sulla sponda del canale. L’Autorità egiziana è intervenuta inviando cinque rimorchiatori – Mohamed Bashir, Mosaed 4, Port Said 3, Suez 1 e Nabil El-Hilali – che hanno completato le operazioni di disincaglio entro circa mezz’ora.
La nave è stata successivamente presa in traino dal rimorchiatore Ezzat Adel e trasferita nell’area dei Laghi Amari, dove è stata messa in sicurezza. Non si sono registrati feriti, danni strutturali o sversamenti di idrocarburi. Il traffico marittimo è ripreso regolarmente poco dopo l’incidente. In giornata hanno transitato complessivamente 34 navi per un totale di circa 1,4 milioni di tonnellate di merci, anche se una ventina di unità dirette a nord hanno subito ritardi di alcune ore.
Il presidente della Sca, Osama Rabie, ha dichiarato che l’episodio conferma la capacità dell’Autorità di gestire situazioni critiche con rapidità ed efficienza, grazie al personale specializzato e alla disponibilità di mezzi di salvataggio moderni. La Sca ha investito negli ultimi anni nel potenziamento della flotta di rimorchiatori, in particolare dopo il blocco del 2021 causato dalla Ever Given, con la costruzione di dieci nuove unità da 90 tonnellate di tiro.
L’incidente della Komander riporta però l’attenzione sul crescente ruolo della cosiddetta shadow fleet russa, una rete di petroliere di seconda mano, spesso datate e con identità mutevoli, utilizzate per trasportare greggio soggetto a sanzioni internazionali. La Komander stessa rappresenta un caso emblematico: in tre anni ha cambiato almeno cinque bandiere – tra cui Liberia, Panama, Comore e infine Federazione Russa – e ha assunto diversi nomi, da Heracles a Krishna 1, Prudence e infine Komander.
L’attuale proprietario registrato è la società Yo Shui Marine Limited, con sede a Hong Kong, mentre la gestione tecnica risulta affidata a First Skylines Llc / Amsha Maritime in India. Le Autorità europee, statunitensi e britanniche hanno inserito la nave nelle rispettive liste di sanzioni tra dicembre 2024 e luglio 2025, per il coinvolgimento in trasporti di petrolio russo in violazione dei tetti di prezzo e delle norme di trasparenza.
La Komander fa parte di una flotta parallela di centinaia di petroliere, note per pratiche operative ad alto rischio, come la disattivazione del sistema Ais, i trasferimenti nave-nave in acque internazionali e la copertura assicurativa incerta. Secondo stime internazionali, la shadow fleet russa contava meno di cento unità nel 2022 e tra 300 e 600 all’inizio del 2025, con un’età media compresa tra 20 e 25 anni, ben superiore alla media mondiale di 13 anni.
La frequenza crescente di incidenti – oltre cinquanta dal 2022 – alimenta le preoccupazioni per la sicurezza del traffico nei principali passaggi marittimi, incluso il Canale di Suez. L’area è diventata uno snodo strategico per il trasporto di greggio russo: nel 2025 circa il 69% dei 52 milioni di tonnellate di petrolio russo transitato per Suez è stato movimentato da navi di questa flotta.































































