L’assemblea annuale di Anita, che si è svolta a Gubbio il 19 settembre 2025, ha posto al centro del convegno pubblico la trasformazione digitale, ritenuta una leva di competitività per il trasporto merci e la logistica. L’incontro, dal titolo “La velocità del cambiamento – tra innovazione e nuovi equilibri globali”, ha riunito rappresentanti delle imprese, delle istituzioni e del mondo accademico.
Il presidente dell’associazione dell’autotrasporto, Riccardo Morelli, ha rimarcato l’urgenza di un cambio di passo: “Il settore è rimasto indietro nella trasformazione digitale per diverse ragioni, ma oggi, grazie al Pnrr e al lavoro svolto sul bando LogIN Business, avviato dal ministero dei Trasporti e da Ram, è arrivato per la prima volta un impulso concreto, capace di accelerare il percorso di transizione digitale in atto”.
Morelli ha inoltre richiamato l’attenzione sull’impatto delle tecnologie emergenti, ponendo l’accento sulla formazione: “Le applicazioni di intelligenza artificiale dovranno affiancare l’uomo nello svolgimento delle attività aziendali. È importante che le aziende informino e coinvolgano in modo adeguato il personale, curandone la formazione e l’acquisizione delle nuove competenze necessarie alla nascita di nuove figure professionali”.
Sul piano delle relazioni industriali, Morelli ha sottolineato la necessità di rafforzare i rapporti tra committenza, distribuzione e fornitori di servizi logistici: “I servizi di trasporto e logistica sono fattori di competitività per le imprese della produzione, ma le interazioni tra la domanda e l’offerta possono e devono essere migliorate. L’obiettivo è creare valore per ciascuna delle parti e per il Sistema Paese, sfruttando il potenziale della digitalizzazione”.
Il confronto si è poi allargato agli scenari di trasformazione legati all’intelligenza artificiale. Secondo Marco Bentivogli, esperto di lavoro e intelligenza artificiale, “con le tecnologie digitali nel mondo del lavoro cambia tutto. Egli spiega che ci saranno tre effetti: la generazione di nuovi lavori, la sostituzione di vecchie professionalità e l’integrazione e trasformazione di professioni esistenti. “A differenza del passato, le professioni a più alto contenuto cognitivo sono oggi le più esposte, e questo richiede un grande lavoro di accompagnamento alla trasformazione”, ha precisato.
Guido Perboli, professore ordinario al Politecnico di Torino, ha offerto una sintesi dei nuovi modelli organizzativi: “L’azienda del futuro la riassumerei in tre parole: g-locale, connessa, digitale. Un’azienda che non innova da sola, ma cresce attraverso una rete di collaborazioni. L’imprenditore del futuro dovrà avere efficienza, efficacia, capacità di valutare i rischi e di assumersi le proprie responsabilità”.
Dal punto di vista industriale, Alberto Tripi, presidente di Almaviva e special advisor per l’intelligenza artificiale di Confindustria, ha segnalato l’urgenza di accelerare: “L’industria italiana utilizza già da anni l’IA, ma se vogliamo accrescere la competitività dobbiamo accelerarne l’adozione in tutti gli ambiti. Implementare una rapida trasformazione, soprattutto nei settori in cui siamo più forti, significa guidare l’innovazione tecnologica per assicurare crescita e occupazione, con benefici anche per la sostenibilità ambientale”.
Mario Nobile, direttore generale di Agid, ha collegato le prospettive di sviluppo alle politiche pubbliche, spiegando che ci stiamo avvicinando rapidamente a una nuova fase dell’intelligenza artificiale, segnata dall’emergere della cosiddetta agentic AI: “L’interazione in linguaggio naturale abbatterà le barriere linguistiche e renderà i processi più flessibili e centrati sulle esigenze reali di persone e imprese. Sono convinto che le aziende leader nel trasporto merci stradale intermodale e nella logistica sapranno cogliere anche questa opportunità, passando da un approccio reattivo a uno proattivo, ad esempio informando i clienti sulle variazioni di consegna in modo tempestivo”.
Il delegato del presidente di Confindustria per i Trasporti, la Logistica e l’Industria del Turismo, Leopoldo Destro, ha ribadito il peso strategico del comparto: “Con un valore di oltre 156 miliardi di euro, pari al 9% del Pil, e 1,4 milioni di addetti, la logistica è un pilastro della competitività industriale italiana. Confindustria sta lavorando per rafforzarne il ruolo, promuovendo un dialogo diretto e strutturato con la manifattura e valorizzando la centralità dell’Italia nel Mediterraneo. In questa prospettiva s’inserisce anche l’Osservatorio Territoriale delle Infrastrutture, uno strumento digitale per mappare le infrastrutture prioritarie e orientare investimenti e politiche pubbliche verso uno sviluppo intermodale”.































































