La Gran Bretagna è uno dei Paesi europei che soffre di più la carenza di autisti di veicoli industriali. Un rapporto diffuso a gennaio 2025 dall’associazione degli autotrasportatori Road Hauliers Association mostra che per i prossimi cinque anni serviranno 40mila nuovi autisti l’anno. Oggi ne sono attivi 684mila, considerando le Cqc valide, ma questo numero comprende anche gli occasionali e altri dipendenti o dirigenti d’impresa che hanno la Cqc per operare in situazioni d’emergenza. Inoltre, circa la metà di loro ha un’età da cinquant’anni in su e quindi in tempi relativamente brevi andrà in pensione, mentre i giovani (con età inferiore a trent’anni) è di circa il 15%.
A soli nove mesi dalla diffusione di questo rapporto, la stessa Rha ha annunciato che la situazione si sta aggravando, perché negli ultimi dodici mesi si sono persi 117mila autisti e non sarebbero solo pensionati, ma anche trentenni e quarantenni. “Stiamo assistendo a un cambiamento”, spiega l’associazione. “I nuovi autisti faticano a ottenere ruoli permanenti, spesso bloccati dai costi assicurativi. Le Cqc scadute potrebbero riflettere un problema più profondo: gli autisti se ne vanno perché ritengono che il sistema non funzioni per loro. La formazione è costosa e fuori dalla portata di molti”.
L'associazione precisa che “non possiamo continuare a fare affidamento solo sugli aumenti salariali per attrarre e trattenere i talenti, soprattutto quando gli operatori devono affrontare costi crescenti a livello generale”. Bisogna per prima cosa reinserire nel lavoro gli autisti già qualificati i cui titoli sono scaduti e nello stesso tempo “investire in percorsi d’ingresso che funzionino per i nuovi autisti e i nuovi datori di lavoro. E dobbiamo garantire un supporto formativo sostenibile che rifletta l'importanza della logistica per la nostra economia”.

































































