Il mercato del trasporto aereo merci ha vissuto a luglio 2025 un mese di accelerazione, a fronte del quadro incerto di giugno. La domanda globale, espressa in tonnellate-chilometro, è cresciuta del 5,5% rispetto a luglio 2024, un balzo significativo se confrontato con il modesto +0,6% del mese precedente. La capacità disponibile ha registrato un aumento del 3,9%, mentre il fattore di carico medio si è attestato al 45,1%, in aumento di 0,7 punti percentuali su base annuale. Anche i soli traffici internazionali hanno mostrato una dinamica sostenuta, con volumi in crescita del 6%, capacità in aumento del 4,5% e fattore di carico pari al 50,4%.
Questa prestazione riflette in larga parte un fenomeno di anticipo delle spedizioni, legato all’entrata in vigore delle nuove tariffe doganali statunitensi, che ha spinto molte aziende a movimentare in anticipo le merci, ricorrendo al trasporto aereo per garantirne la rapidità. A ciò si è aggiunta la spinta del commercio elettronico, evidente soprattutto lungo la direttrice Asia–Europa.
Dal punto di vista geografico, l’Asia Pacifico si è confermata la locomotiva del settore: i vettori della regione hanno registrato un aumento del traffico dell’11,1% su base annua, con un fattore di carico internazionale al 56,0%, ben al di sopra della media globale. Le rotte più dinamiche sono state l’Asia–Europa, cresciuta del 13,5% anno su anno, e l’Asia–Medio Oriente, che ha segnato l’8,5%. Molto positivo anche il traffico intra-asiatico, salito del 10,3%.
L’Africa ha consolidato un andamento positivo già visibile nei mesi precedenti, con un aumento del 9,4% di volumi e un fattore di carico al 46,8%, in progresso di oltre quattro punti percentuali rispetto a luglio 2024, il livello più alto mai registrato per questo mese. La rotta Africa–Asia si è distinta con un +12,1%, segnale della crescente integrazione commerciale fra i due continenti.
L’Europa ha mostrato una crescita più contenuta, pari al 4,1%, ma con un fattore di carico medio del 49,5%, il più alto fra le principali macro-aree, a conferma di una capacità gestita in maniera efficiente. I vettori europei hanno beneficiato del forte dinamismo delle rotte con l’Asia (+13,5%) e con il Nord America (+9,6%), mentre le relazioni con il Medio Oriente sono rimaste sostanzialmente stabili (+0,3%). È rilevante la revisione dei dati di giugno, passati da un iniziale +0,8% a -0,7%, a dimostrazione che la ripresa per i vettori europei si è manifestata solo a partire da luglio.
Il Nord America ha interrotto la fase di contrazione, chiudendo luglio con un modesto incremento (0,7%), ma resta condizionato dalla debolezza del traffico transpacifico. La rotta Asia–Nord America ha registrato un calo dell’1% anno su anno, il terzo consecutivo, riflesso diretto delle politiche tariffarie di Washington. Il Medio Oriente, dopo le difficoltà di giugno dovute a interruzioni nello spazio aereo, ha segnato un recupero limitato con un aumento del 2,6%. Tuttavia, l’aumento della capacità ha pesato sul fattore di carico, sceso a 44,6% (-1,4 punti). L’America Latina e i Caraibi si confermano invece l’area più fragile: la crescita dei volumi è stata appena del 2,4%, con un fattore di carico fermo al 33,6%, tra i più bassi al mondo, e un calo di 0,4 punti rispetto a un anno fa.
La dinamica della capacità merita un approfondimento: a luglio l’incremento è stato guidato soprattutto dalla stiva belly dei voli passeggeri, salita del 7,3% su base annua e del 5,2% rispetto a giugno, raggiungendo il livello più alto dal 2019 grazie alla stagione estiva. I velivoli tuttomerce hanno contribuito in misura marginale, con un +1% annuo. Il mix complessivo della capacità si è mantenuto stabile, con il 56% generato dalla stiva passeggeri e il 44% dai cargo. Questo riequilibrio ha favorito il contenimento dei noli, ma rischia di comprimere i margini sulle rotte con maggiore concorrenza e scarsa differenziazione del servizio.
Sul fronte dei costi e dei ricavi, il prezzo medio del petrolio Brent a luglio è stato di circa 71 dollari al barile, in calo del 16,8% rispetto al 2024, mentre il carburante jet si è attestato a 92,4 dollari, -9,1% su base annua ma +4,3% sul mese. La differenza tra materia prima e carburante, pari a 21,4 dollari, risulta superiore del 31,3% rispetto a un anno fa. I rendimenti cargo sono scesi del 2% anno su anno, ma hanno registrato un aumento mensile dello 0,8% rispetto a giugno, sostenuti dal picco di volumi.
Il quadro macroeconomico, però, lascia intravedere alcune nubi all’orizzonte. A giugno il commercio mondiale di beni è cresciuto del 3,1% rispetto all’anno precedente, ma è diminuito dello 0,3% sul mese. L’indice Pmi manifatturiero globale è sceso da 51,3 a 49,66, sotto la soglia critica dei 50 punti, e i nuovi ordini export si sono fermati a 48,2: segnali che indicano un possibile raffreddamento della domanda industriale dopo la corsa di luglio.
Il mese di luglio ha dunque restituito fiducia al settore, ma restano forti elementi di incertezza. L’effetto anticipo legato ai dazi statunitensi potrebbe esaurirsi rapidamente, con il rischio di un rallentamento già a fine estate. Le trattative commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, che prevedono dazi del 15% sulla maggior parte delle esportazioni europee, rappresentano un ulteriore fattore di rischio.
Allo stesso tempo, le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e la gestione degli spazi aerei sensibili potrebbero condizionare la regolarità delle operazioni. In questo contesto, i vettori europei e asiatici hanno chiuso luglio con un bilancio positivo e un fattore di carico competitivo, mentre il Nord America, il Medio Oriente e l’America Latina restano gli anelli più fragili della catena globale. L’evoluzione dei prossimi mesi dirà se la crescita di luglio sia stata un picco temporaneo o l’inizio di una fase di ripresa più strutturale.































































