Il Consiglio dei ministri dell’Economia dell’Unione ha approvato l’eliminazione della soglia che oggi permette alle spedizioni di valore inferiore a 150 euro di entrare nel mercato unico senza dazi, copiando sostanzialmente quello che ha fatto Trump negli Stati Uniti. Secondo quanto discusso all’Ecofin, la piena operatività del provvedimento è prevista per il 2028: da quel momento, tutti i pacchi provenienti dall’esterno dell’Unione saranno soggetti a dazio fin dal primo euro di valore dichiarato. La misura nasce per ridurre il forte aumento delle micro-spedizioni a basso costo, in gran parte legate agli acquisti tramite piattaforme asiatiche di commercio elettronico.
L’urgenza del fenomeno ha spinto i ministri a valutare una fase anticipata. Come indicato dalla presidenza di turno danese, i lavori tecnici intendono definire entro dicembre una proposta transitoria per il 2026, così da ridurre l’arco temporale che separa l’approvazione politica dall’entrata effettiva in vigore.
La riforma incide sulla struttura attuale dei dazi, che nell’Unione variano tra il 2% e il 12% a seconda della categoria merceologica, con valori più elevati per tessile, abbigliamento e calzature. A questi importi si sommano le spese di sdoganamento applicate dai corrieri, oggi comprese tra 2 e 7 euro in Italia, oltre all’handling fee previsto dal nuovo quadro doganale europeo. Su prodotti di valore molto contenuto, la somma di tali voci può generare un incremento rilevante del prezzo finale.
Diverse amministrazioni nazionali stanno valutando strumenti propri per gestire gli effetti della riforma. In Francia l’intenzione è d’inserire la misura già nel prossimo bilancio, mentre in Italia è allo studio un prelievo nazionale di circa 2 euro per i pacchi sotto i due chilogrammi. Si tratta di interventi distinti dal dazio europeo, ma con impatto simile in termini di redistribuzione dei costi.
Secondo la Commissione, l’abolizione della soglia ha l’obiettivo di rafforzare tracciabilità, controlli e concorrenza tra operatori, uniformando il trattamento fiscale delle spedizioni indipendentemente dal valore e dal Paese di origine. Il nuovo hub dati europeo, fulcro del sistema previsto per il 2028, consentirà d’incrociare in modo sistematico informazioni commerciali, dichiarazioni doganali e dati dei corrieri, riducendo il rischio di sotto-dichiarazioni di valore e aggiramenti normativi legati alle micro-spedizioni.
Ricordiamo che come avviene con tutti i dazi, anche questi saranno pagati dai destinatari delle merci, che sono sempre soggetti comunitari. Ci sono poi da considerare i costi per sviluppare gli strumenti indispensabili per riscuotere i dazi e quelli degli adeguamenti lungo l’intera filiera logistica, che riguarderanno i sistemi informatici, i processi di smistamento e le capacità operative dei punti di ingresso.
I corrieri dovranno ottimizzare i tempi di trattamento e i flussi documentali, mentre per gli operatori del commercio elettronico extra-comunitari l’adeguamento delle procedure di dichiarazione diventerà un elemento determinante per contenere i tempi di consegna e evitare aumenti eccessivi dei costi. L’effetto sui consumatori dipenderà dalla scelta delle piattaforme e dei corrieri se assorbire o riversare a valle tali nuovi oneri.



































































