In un momento di profondo riassetto del settore della difesa in Europa, Iveco Group si prepara a un’operazione che potrebbe ridisegnare il proprio assetto industriale: la cessione della divisione Defence Vehicles. L’annuncio è arrivato a febbraio 2025 per voce dell’amministratore delegato Olof Persson, durante la presentazione dei risultati finanziari dell’anno precedente. Insieme a Idv, il gruppo valuta anche lo spin-off del marchio Astra, specializzato in camion per impieghi gravosi, con l’obiettivo di semplificare la struttura societaria, rafforzare la focalizzazione strategica e liberare valore per ciascuna delle attività.
La decisione arriva in un contesto favorevole, con la spesa militare europea in crescita e gli asset della difesa diventati sempre più appetibili. La divisione militare di Iveco si presenta infatti come un gioiello di famiglia: nel 2024 ha generato un margine operativo del 10%, l’unico del Gruppo a raggiungere la doppia cifra, mentre i ricavi sono aumentati del 15% e i profitti hanno registrato un balzo del 37%. A consolidare la solidità della divisione c’è anche un contratto di lungo periodo firmato con l’Esercito Italiano per la fornitura di oltre 1.450 veicoli entro il 2038.
Il gruppo si è affidato a Goldman Sachs per gestire il processo, che potrebbe concludersi entro la fine del 2025. Le opzioni al vaglio includono una quotazione in Borsa separata oppure una vendita diretta a soggetti strategici o finanziari. Tra gli interessati, nelle ultime settimane si sarebbero fatti avanti due importanti fondi statunitensi: Bain Capital, con sede a Boston e già attiva in investimenti industriali complessi, e Kps Capital Partners, specializzata nel rilancio di aziende manifatturiere. Entrambe le realtà starebbero valutando offerte per Idv, in un clima di forte attrazione per gli assetti europei della Difesa, alimentato anche dall’annuncio della Commissione Europea di voler aumentare il bilancio militare comune.
Ma l’interesse non arriva solo dagli Stati Uniti. Leonardo, il principale Gruppo italiano della Difesa a controllo pubblico, è da tempo in trattativa con Iveco. Secondo indiscrezioni, il Governo italiano preferirebbe una soluzione che mantenga il controllo dell’unità nel perimetro nazionale. Leonardo starebbe anche valutando un’offerta congiunta con Rheinmetall, Gruppo tedesco con cui collabora già nella produzione di veicoli da combattimento.
Altri nomi circolano con insistenza, seppur in modo ufficioso: Knds, l’alleanza franco-tedesca tra Nexter e Krauss-Maffei Wegmann, che però incontra ostacoli di natura politica; il gruppo ceco Csg, già presente in Italia attraverso l’acquisizione di Armi Perazzi; e infine il britannico Bae Systems, che osserva da vicino gli sviluppi.
La vendita della divisione difesa rappresenterebbe per Iveco il secondo passo in una strategia di razionalizzazione, dopo la cessione della controllata Magirus, attiva nel settore dei veicoli antincendio. L’operazione potrebbe portare nelle casse del Gruppo risorse significative, utili anche per rafforzare l’attività principale in un anno, il 2024, in cui il fatturato complessivo è calato a 15 miliardi di euro, 600 milioni in meno rispetto al 2023. Si moltiplicano inoltre le voci di un interesse cinese verso la principale attività d’Iveco, la produzione di veicoli industriali, che vanta da tempo collaborazioni industriali nel Paese asiatico, come quelle con Nanjing Automobile Corporation e Saic. Ma l’attuale clima geopolitico non favorirebbe certo questa soluzione.