A tredici anni dal fallimento della compagnia di navigazione Deiulemar, la vicenda giudiziaria sulle sue conseguenze è ancora in corso e ha prodotto il 27 ottobre 2025 una nuova sentenza, depositata dal Tribunale di Torre Annunziata, che segna un passaggio decisivo in questa complessa vicenda. La giudice Valentina Vitulano ha condannato Ubi Banca a risarcire 18,5 milioni di euro alla curatela fallimentare della compagnia marittima, riconoscendo la violazione delle regole di sana e prudente gestione del credito previste dal Testo Unico Bancario. La pronuncia è la prima condanna di un istituto di credito per corresponsabilità nel dissesto della società armatoriale, avvenuto nel 2012.
La Deiulemar, fondata nel 1969 dalle famiglie Della Gatta, Iuliano e Lembo, costituì negli anni una delle flotte più estese del trasporto marittimo italiano, con oltre 60 navi e un fatturato vicino a un miliardo di euro nel 2010. Il modello di crescita era sostenuto da un sistema di raccolta privata che ha coinvolto circa 13mila obbligazionisti, soprattutto residenti nell’area vesuviana, ai quali furono collocati titoli per oltre 720 milioni di euro, spesso al di fuori dei canali autorizzati. Nel 2012 il collasso finanziario della società travolse migliaia di famiglie e 1.500 dipendenti, generando perdite stimate in oltre un miliardo di euro.
Le successive indagini penali portarono nel 2014 alla condanna dei principali esponenti delle tre famiglie fondatrici a complessivi 86 anni di carcere. Parallelamente la curatela avviò azioni civili nei confronti delle banche ritenute corresponsabili del dissesto per un ammontare di circa 200 milioni di euro. L’accusa sosteneva che gli istituti di credito avessero continuato a concedere finanziamenti alla società nonostante fosse già in evidente stato di crisi, senza un’adeguata verifica del merito creditizio e ignorando i segnali di allarme già emersi nel 2011.
La sentenza contro Ubi Banca afferma che la banca aveva sostenuto la compagnia armatoriale attraverso operazioni di credito in contrasto con le norme di sana gestione, contribuendo a protrarre artificialmente la sua attività e ad aggravare il dissesto. Tale condotta, configurata come concessione abusiva di credito, rappresenta una violazione del dovere di prudenza imposto agli intermediari finanziari. Il tribunale ha inoltre riconosciuto la legittimazione della curatela fallimentare ad agire per conto della massa creditoria, in linea con l’orientamento più recente della giurisprudenza.
Dal 2012 a oggi la curatela ha recuperato circa il trenta percento delle somme investite dagli obbligazionisti, grazie soprattutto ai risultati ottenuti nei procedimenti internazionali. Decisivo fu il ritrovamento nel 2018, presso la Bank of Valletta di Malta, di tre trust riconducibili agli ex armatori, contenenti 361 milioni di euro, che nel 2022 portarono a una transazione per 180,5 milioni di euro. Le risorse ottenute hanno consentito nove riparti parziali, l’ultimo dei quali nel febbraio 2025. La condanna di Ubi Banca, se confermata nei successivi gradi di giudizio, potrebbe incrementare ulteriormente il patrimonio destinato ai creditori.
L’impatto della sentenza si estende oltre la singola vicenda. Essa consolida il principio secondo cui la banca che finanzia un'impresa in dissesto senza adeguata valutazione del rischio può essere ritenuta corresponsabile del danno patrimoniale arrecato al ceto creditorio. Tale impostazione, già affermata in diverse pronunce di merito, assume ora un peso particolare in un settore, quello del trasporto marittimo e logistico, in cui la stabilità finanziaria degli armatori resta un elemento essenziale per la sicurezza e la continuità dei traffici.
L’attenzione resta ora sui procedimenti ancora aperti contro altri istituti di credito e sull’esito dell’eventuale appello di Intesa Sanpaolo, incorporante di UBI Banca dal 2020. In parallelo la curatela prosegue le trattative per ulteriori recuperi patrimoniali all’estero e con i familiari degli ex armatori, con l’obiettivo di nuovi riparti entro la fine del 2025.





















































