Il 13 ottobre 2025 il tribunale di Rotterdam ha disposto la sospensione temporanea dello sciopero dei lavoratori addetti al fissaggio dei container, in corso dall’8 ottobre. La misura, in vigore dalle 7.00 di lunedì fino a venerdì 17 ottobre, consente la ripresa delle operazioni portuali per cinque giorni, periodo durante il quale sindacati e aziende dovranno riprendere i negoziati per definire un nuovo contratto collettivo.
Secondo fonti giornalistiche olandesi, la decisione è giunta dopo un’udienza straordinaria che si è svolta nella serata di sabato 12 ottobre, durata oltre cinque ore. Durante l’incontro, rappresentanti del sindacato Fnv e delle due principali imprese di fissaggio del porto, International Lashing Services e Matrans Marine Services, hanno concordato la ripresa delle trattative, sospendendo l’azione sindacale in via temporanea.
L’intervento giudiziario è seguito a un ricorso urgente presentato da un gruppo di aziende logistiche, tra cui l’Autorità portuale di Rotterdam, che avevano segnalato le gravi conseguenze economiche dello sciopero. Le società avevano sostenuto che il prolungarsi della protesta stava compromettendo la sicurezza degli approvvigionamenti e generando danni rilevanti alle catene di fornitura.
Al momento della sospensione, la situazione operativa nel porto era considerata critica: secondo l’Autorità portuale, oltre venti portacontainer erano in attesa al largo della costa, con un aumento di quattro-cinque unità al giorno rispetto ai normali volumi di traffico. Tutti i principali terminal container — tra cui Apm Maasvlakte II, Ect Delta, Hutchinson Ports Delta II e Rotterdam World Gateway — erano bloccati da quasi una settimana.
Il conflitto tra sindacati e aziende ruota principalmente attorno all’aumento salariale e alle condizioni di lavoro. Fnv ha ridotto la richiesta iniziale dal 7% al 6,5%, chiedendo anche il mantenimento dell’indicizzazione all’inflazione e una maggiorazione del 35% per i turni di squadra. Le aziende avevano offerto incrementi compresi tra il 4% e il 6%, giudicati insufficienti dai lavoratori. Il rappresentante sindacale Niek Stam ha definito “soddisfacente” la decisione del tribunale, spiegando che “basterebbe meno di un euro per container per chiudere la vertenza”. Le imprese, pur ritenendo la misura non definitiva, hanno riconosciuto che consentirà di riprendere l’attività e ridurre l’accumulo di navi in attesa.
Secondo l’associazione Deltalinqs, che rappresenta gli operatori portuali olandesi, durante i giorni di sciopero non sono stati movimentati circa 17mila container pieni al giorno, con impatti diretti sulla distribuzione di alimenti, medicinali e materiali industriali. Le compagnie di navigazione Maersk e Msc hanno segnalato ritardi e riorganizzazioni delle rotte, mentre l’autorità portuale ha evidenziato il rischio di congestione prolungata anche dopo la ripresa delle attività.
Lo sciopero di Rotterdam si inserisce in un contesto di tensione più ampio che, a inizio ottobre, ha coinvolto anche altri porti del Nord Europa. In Belgio, il porto di Anversa-Brugge è stato interessato da una protesta dei piloti marittimi, mentre in Germania i terminal di Amburgo e Bremerhaven hanno registrato congestioni rilevanti.

































































