Lo sciopero nazionale dei lavoratori degli appalti Ups del 20 novembre 2025 ha segnato un’ulteriore tappa della vertenza aperta sul rinnovo dell’accordo nazionale di secondo livello, scaduto nel febbraio 2023. La mobilitazione è stata proclamata da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti e ha coinvolto il personale indiretto impiegato negli appalti di logistica, gli autisti e il personale delle agenzie, sia diretto sia in appalto. Secondo i comunicati diffusi dalle tre sigle, il fermo è arrivato dopo oltre un anno di confronto ritenuto non risolutivo e segnato, a loro giudizio, dall’assenza di risposte da parte dell’azienda.
Le richieste riguardano l’adeguamento dell’indennità di trasferta per gli autisti, l’aumento del buono pasto per il personale non viaggiante, misure automatiche di chiusura del servizio nelle aree ad alto rischio in presenza di allerta meteo rossa e un rafforzamento delle responsabilità della committenza rispetto ai comportamenti dei fornitori, in materia di sicurezza e corretta applicazione degli accordi. Le segreterie nazionali hanno spiegato che l’azienda, già nel marzo 2025, aveva proposto una sospensione delle trattative per indisponibilità economica e, in ottobre, una nuova pausa di almeno sei mesi a causa dell’aggravarsi della crisi interna.
Dalle prime notizie emerge che la protesta ha avuto un impatto evidente in vari territori. Nel sito di Arzano, in provincia di Napoli, circa 130 lavoratori hanno organizzato un presidio notturno, con sospensione totale delle consegne per l’intera giornata, come riportato dalle strutture territoriali della Cgil. A Prato, dove operano in appalto circa cento addetti, il presidio si è svolto davanti alla sede aziendale dalle 8.00 alle 12.00, mentre a Bologna la Cgil metropolitana ha confermato la partecipazione dei lavoratori locali. Nell’area di Milano e Vimodrone i sindacati avevano già svolto assemblee preparatorie nei primi giorni di novembre, ricordando le iniziative di protesta che, tra marzo e giugno, avevano già interessato magazzinieri e autisti.
In Lombardia i lavoratori sono inquadrati nel contratto nazionale della logistica e operano in appalto per Ups. Secondo una nota sindacale diffusa nel 2025, nei mesi precedenti i lavoratori avevano già promosso scioperi territoriali a Milano e Rho dopo la mancata risposta dell’azienda sulla trattativa locale. A luglio 2025 venne proposto un accordo transitorio con aumenti ritenuti limitati dai sindacati: 1 euro di indennità di trasferta per i driver, una tantum di 150 euro, 1 euro di aumento del buono pasto per il personale a tempo pieno, una tantum di 150 euro e un buono pasto giornaliero di 2 euro per il personale part-time con almeno quattro ore. Le rappresentanze avevano giudicato l’offerta non sufficiente a colmare il ritardo accumulato.





























































