Il Black Friday assume da qualche anno una doppia faccia: da un lato una giornata di offerte negli acquisti di decine di tipologie di merci, dall’altro un’occasione di protesta dei lavoratori di Amazon. Un evento che si ripete anche nel 2024 in almeno venti Paesi del mondo con scioperi e manifestazioni nell’ambito della campagna pluriennale Make Amazon Pay. Le iniziative sono coordinate da Global Union e da Progressive International per denunciare le condizioni lavorative e l'impatto sociale della multinazionale del commercio elettronico.
Gli eventi non si limitano al venerdì, ma in alcuni casi iniziano prima e durano almeno sino al lunedì successivo, ossia il Cyber Monday. In Germania, i sindacati, guidati dalla sigla Ver.di, hanno organizzato oltre sessanta azioni in diverse città, con la manifestazione principale nella piattaforma logistica di Bad Hersfeld. Anche in Francia, i magazzinieri e gli autisti hanno annunciato scioperi, mentre l'associazione Attac ha organizzato proteste in diverse località per chiedere condizioni di lavoro più eque e il riconoscimento dei diritti sindacali. In Gran Bretagna l’epicentro è la piattfaorma di Coventry, mentre negli Stati Uniti si mobilitano i Teamsters.
Le principali richieste dei lavoratori riguardano salari più equi, migliori condizioni di lavoro, il riconoscimento dei diritti sindacali e la fine del controllo intensivo delle prestazioni. In Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Brasile e Giappone, i lavoratori si sono uniti con un unico obiettivo: richiamare l'attenzione sulle condizioni di lavoro all'interno dei magazzini di Amazon, denunciando il crescente ricorso a contratti precari, i bassi salari e la mancanza di sicurezza sul lavoro. Amanda Gearing, del sindacato britannico Gmb, ha dichiarato: “In Gran Bretagna Amazon rappresenta tutto ciò che non funziona nella nostra economia: lavoro precario, salari da povertà e condizioni di lavoro spesso non sicure”.
Questa è la quinta edizione consecutiva delle proteste Make Amazon Pay durante il Black Friday, dimostrando come il movimento stia crescendo e come sempre più lavoratori e attivisti stiano decidendo di unirsi contro le pratiche aziendali di Amazon. La società, risponde dichiarando di offrire salari competitivi, benefit completi e un ambiente di lavoro sicuro e coinvolgente. Un suo portavoce dell'azienda ha commentato: “Siamo sempre aperti al dialogo e cerchiamo di migliorare, ma rimaniamo orgogliosi delle condizioni che offriamo ai nostri team”.
Riguardo alla campagna Make Amazon Pay, Amazon ha scritto in una nota diffusa il 28 novembre 2024: “Questo gruppo continua a diffondere informazioni errate e siamo in disaccordo con le posizioni espresse dalla campagna Make Amazon Pay. Amazon partecipa attivamente alla vita economica dei Paesi in cui opera, pagando tutte le tasse richieste e rappresentando un'opportunità di crescita e sviluppo per il territorio, le imprese locali e i clienti. A questo si aggiunge il fatto che offriamo ai nostri dipendenti un'ottima retribuzione, ottimi benefit e opportunità, il tutto fin dal primo giorno. Abbiamo creato più di 1,5 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo e offriamo un ambiente di lavoro moderno, sicuro e stimolante, sia che si lavori in ufficio o in uno dei nostri centri logistici. Siamo orgogliosi di essere il maggior acquirente aziendale di energia rinnovabile al mondo. Abbiamo già investito, e continueremo a farlo, miliardi di dollari per la riduzione degli imballaggi e l’elettrificazione della flotta dei nostri fornitori di servizi di consegna. Tutto questo al fine di raggiungere il nostro obiettivo di lungo periodo: raggiungere zero emissioni nette di CO2 in tutte le nostre attività entro il 2040”.