Alle prime ore dell’8 agosto 2025,una banda di almeno venti persone ha assalito il centro logistico di Poste Italiane Sda a Vidigulfo, tra Milano e Pavia, struttura usata anche per la distribuzione di materiale elettronico di alto valore. Il colpo, condotto con precisione militare, ha messo in evidenza la crescente sofisticazione delle bande organizzate che colpiscono il cuore della logistica lombarda. Secondo le prime ricostruzioni, il bottino comprende smartphone, tablet e smartwatch, per un valore ancora da quantificare con precisione, ma il vero allarme riguarda le implicazioni per un settore già sotto pressione a causa dell’aumento dei furti e dell’infiltrazione della criminalità organizzata.
L’attacco è avvenuto intorno alle quattro del mattino, un orario scelto per la scarsa presenza di personale e il minimo traffico stradale. Sei furgoni rubati sono stati disposti per bloccare le vie di accesso, mentre sull’asfalto sono stati disseminati chiodi per impedire inseguimenti. Un altro veicolo è stato usato come ariete per sfondare il cancello, consentendo al gruppo di introdursi rapidamente nei magazzini. I partecipanti, tutti a volto coperto e apparentemente disarmati, hanno agito con estrema rapidità, dimostrando di conoscere nel dettaglio la disposizione degli spazi e le procedure di sicurezza. La scelta del bersaglio non è stata casuale: il centro di Vidigulfo, che si estende su oltre sessantamila metri quadrati, gestisce ogni giorno migliaia di spedizioni di prodotti tecnologici destinati a tutta Italia, configurandosi come una vera e propria cassaforte di elettronica di ultima generazione, collocata in un’area logisticamente strategica ma relativamente isolata.
L’episodio ricorda il tentato assalto avvenuto appena due mesi prima a Lacchiarella, nel milanese, dove un altro commando utilizzò tattiche simili per colpire un centro logistico multi-aziendale. Anche in quell’occasione vennero impiegati veicoli rubati per bloccare le strade, chiodi e incendi come diversivo. L’operazione era però fallita fatto grazie alla reazione armata delle guardie giurate, che avevano messo in fuga i ladri. Il confronto tra i due episodi fa emergere un chiaro schema operativo: conoscenza approfondita del settore logistico, uso sistematico di mezzi e tattiche standardizzate, scelta di obiettivi ad alto valore in momenti di massima vulnerabilità. Un metodo che suggerisce l’azione di gruppi specializzati o in stretta comunicazione tra loro.
Le indagini sull’assalto di Vidigulfo sono in corso. I carabinieri della stazione locale e del Comando provinciale di Pavia stanno analizzando le immagini delle telecamere, i veicoli abbandonati e ogni possibile traccia lasciata sul posto. L’ipotesi di complici interni o informatori è al vaglio, così come la possibilità di collegare l’episodio ad altri colpi simili. L’obiettivo è ricostruire non solo la dinamica dell’azione, ma anche la rete logistica e informativa che l’ha resa possibile.
La Lombardia rappresenta il principale polo logistico d’Italia, con oltre la metà delle attività nazionali concentrate nell’area metropolitana milanese e nelle province circostanti. Questa densità di hub e magazzini, unita al valore delle merci movimentate, esercita una forte attrattiva per la criminalità organizzata, che negli ultimi due anni ha aumentato i furti ai danni di trasporti e depositi del 400 per cento. I metodi spaziano dalle rapine lampo agli assalti in stile militare, dai furti di carico nei parcheggi poco sorvegliati alle infiltrazioni interne, con dipendenti corrotti o falsi ritiri. Le indagini antimafia hanno documentato collegamenti fra società di trasporto e organizzazioni come la ’Ndrangheta, che attraverso subappalti e cooperative fittizie si radicano nelle filiere logistiche.





























































