Disco verde per il potenziamento della ferrovia Rho-Gallarate, tassello fondamentale lungo la direttrice che connette il nodo di Milano con il Sempione e con il valico internazionale merci di Luino. Il via libera, a questo punto definitivo, è arrivato con la decisione del Consiglio di Stato (sentenza numero 4257 del 19 maggio 2025) che ha accolto il ricorso presentato da Rfi contro la sentenza di primo grado del Tar Lombardia (numero 3488 del 25 ottobre 2024). I massimi giudici amministrativi hanno dato piena ragione a Rfi accogliendo il ricorso su tutti i tre motivi dell’appello e quindi riformando integralmente la precedente sentenza del Tar.
Al centro della contesa c’è il quadruplicamento della tratta Rho-Parabiago, prima fase del potenziamento della ferrovia fino a Gallarate. Rfi pertanto può procedere sulla base del progetto definitivo adottato dal commissario straordinario Vera Fiorani nel giugno 2023 e già appaltato. Questo progetto era stato contestato da un comitato civico Rho-Parabiago insieme a un gruppo di un’ottantina di cittadini coinvolti, anche se solo indirettamente, per il suo presunto impatto ambientale, non solo a opera conclusa, ma anche per le pesanti ricadute in fase di cantiere.
L’appalto del valore di oltre 259 milioni di euro venne assegnato a fine ottobre 2023 e prevede il quadruplicamento della prima tratta tra Rho e Parabiago per un’estensione di circa nove chilometri oltre alla realizzazione di una bretella di raccordo all’altezza di Busto Arsizio per collegarsi alla linea verso l’aeroporto della Malpensa. Dopo un percorso travagliato costellato da numerosi ricorsi che hanno comportato la revisione del progetto, si è arrivati alla fase operativa, oltretutto stralciando l’intervento in due parti, di cui solo la prima, la Rho-Parabiago, è andata in gara, finanziata anche con i fondi del Pnrr.
In futuro è in programma il completamento degli interventi di potenziamento su tutta la tratta tra Rho e Gallarate, ma la seconda fase, quella tra Parabiago e Gallarate sarà oggetto di un appalto successivo. In questa seconda tratta si prevede solo la posa di un terzo binario e non il quadruplicamento, in quanto impossibile da realizzare per i vincoli urbanistici esistenti. Solo a lavori ultimati, per i quali è difficile fare previsioni, l’asse ferroviario fondamentale tra il nodo di Milano e i valichi alpini nord-occidentali potrà assolvere alla sua funzione con la separazione dei flussi tra le varie tipologie di traffico garantendo anche ampio spazio per il trasporto merci.
Piermario Curti Sacchi