A giugno 2025, l’European Transport Safety Council ha pubblicato il rapporto annuale sulla sicurezza stradale relativo al 2024. E non mostra un andamento positivo, perché i dati evidenziano con chiarezza come i progressi in quest’ambito in Europa sono ancora troppo lenti. Nel 2024, infatti, le vittime della strada nei Paesi dell’Unione sono state 20.017, con un calo di appena il 2% rispetto all’anno precedente. Una riduzione ben lontana dal ritmo annuale del 6,7% necessario per raggiungere l’obiettivo comunitario di dimezzare i decessi entro il 2030.
Guardando al periodo 2019-2024, la diminuzione complessiva è del 12%, mentre per rimanere in linea con il traguardo fissato per la fine del decennio sarebbe stato necessario raggiungere già oggi una riduzione del 27%. Il rapporto segnala che otto Paesi europei, tra cui Svizzera ed Estonia, hanno addirittura registrato un aumento delle vittime nel corso dell’ultimo anno, mentre solo pochi Stati sono riusciti a ottenere risultati significativi. La Lituania spicca per un calo del 35% dei decessi dal 2019, seguita da Belgio, Polonia e Slovenia, tutte con una riduzione superiore al 25%.
In un contesto europeo a due velocità, la Norvegia si conferma il Paese più virtuoso, grazie a un tasso di mortalità stradale tra i più bassi al mondo: appena 16 vittime per milione di abitanti nel 2024. Il riconoscimento premia un approccio rigoroso e sistemico, ispirato alla strategia Vision Zero, che punta a meno di 50 decessi entro il 2030 e a zero entro il 2050. La Norvegia ha costruito questo successo grazie a un insieme coordinato di politiche pubbliche, formazione, infrastrutture sicure e innovazione scientifica. Ha anche adottato un limite alcolemico tra i più severi d’Europa, introdotto corsi obbligatori di guida su fondo scivoloso e riconvertito molte tratte stradali pericolose in percorsi più sicuri con barriere centrali. A Oslo sono state realizzate zone a velocità ridotta, piste ciclabili protette e misure di limitazione del traffico per tutelare pedoni e ciclisti, mentre a livello nazionale sono stati intensificati i controlli sulla velocità, migliorata la formazione dei motociclisti e finanziati progetti rivolti a bambini, anziani e utenti vulnerabili.
Elemento centrale delle politiche norvegesi è il programma di ricerca Best – Bedre sikkerhet i trafikken – che ha prodotto oltre 140 studi scientifici sulla sicurezza stradale. Coordinato dall’amministrazione stradale e da istituti di ricerca, ha analizzato interventi su limiti di velocità, infrastrutture dedicate agli utenti più fragili e pianificazione urbana. I risultati, raccolti nel Traffic Safety Handbook, hanno fornito una solida base empirica per orientare le scelte politiche. La strategia norvegese si è arricchita anche con indagini approfondite su tutti i decessi stradali, riforme legislative mirate ai giovani conducenti, creazione di aree scolastiche interdette al traffico e certificazione dei cosiddetti “Comuni Sicuri”. “I risultati della Norvegia non sono casuali, ma il frutto di obiettivi chiari, attuazione coerente e un impegno condiviso a tutti i livelli”, ha commentato Antonio Avenoso, Direttore Esecutivo dell’Etsc.
Sul fronte italiano, i dati mostrano una situazione di sostanziale immobilismo. Nel 2024, il numero delle vittime sulle strade si conferma intorno a quota tremila (3.030), come nel 2023 (3.039). Tra il 2014 e il 2024 si è registrata una riduzione complessiva del 10%, da 56 a 51 vittime per milione di abitanti, mentre rispetto al 2019 il calo si ferma al 5%. Secondo le stime provvisorie dell’Istat, nei primi sei mesi del 2024 si sono verificati 80.057 incidenti stradali con lesioni a persone, in lieve aumento rispetto all’anno precedente. I feriti sono stati 107.643 (+0,5%), mentre le vittime sono state 1.429. Il dato più critico riguarda le strade urbane, dove si è registrato un aumento del 7,9% degli incidenti mortali, con un impatto particolarmente grave su pedoni e ciclisti. Solo le autostrade hanno visto una riduzione delle vittime, pari al 13,9%. Parallelamente, il traffico è in crescita: nei primi quattro mesi dell’anno, le percorrenze in autostrada sono aumentate del 3,1%, con un +4% per i mezzi pesanti e +2,7% per quelli leggeri.
Il rapporto dell’Etsc propone anche una riflessione sul costo dell’inazione. Tra il 2014 e il 2024, i progressi ottenuti hanno permesso di salvare circa 23.800 vite, con un beneficio sociale stimato in 60 miliardi di euro. Tuttavia, se l’Unione Europea avesse seguito il ritmo necessario del 6,7% annuo, si sarebbero potute salvare altre 49.600 persone, con un valore complessivo di 124 miliardi di euro.
Alla luce di questi dati, l’Etsc chiede un impegno deciso da parte delle istituzioni europee e dei Governi nazionali, proponendo l’istituzione di un’Agenzia europea per la sicurezza stradale. Un organismo autonomo che possa occuparsi di regolamentazione dei veicoli automatizzati, indagini indipendenti sugli incidenti e armonizzazione delle politiche tra gli Stati membri, sul modello delle agenzie già operative nel settore aereo e marittimo.

































































