L’ultimo esempio di come il mercato ferroviario delle merci vede sempre più imprese protagoniste a tutto campo viene da un’iniziativa all’apparenza secondaria, ma significativa. Il 14 giugno 2021 una locomotiva Bombardier delle svizzere Sbb Cargo con i colori RAlpin si è spinta fino a Livorno Calambrone. Non si è trattato di un servizio operativo, ma di quello che nel gergo ferroviario viene classificato come conoscenza linea per il personale di condotta. Nulla di strano se non fosse che RAlpin finora ha gestito solo il servizio di autostrada viaggiante attraverso le Alpi, da Novara alla tedesca Friburgo in Brisgovia lungo l’asse del Sempione non oltrepassando mai il Po.
Del resto, i trasporti intermodali stanno vivendo una stagione caratterizzata da una continua espansione e sono stati i primi a superare l’effetto Covid dell’emergenza sanitaria. E tutto questo nonostante le infrastrutture dedicate non siano ancora all’altezza della domanda. Ma qualcosa si muove e una mano verrà anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anche se questo documento non contempla investimenti strutturali significativi lungo i grandi assi di trasporto transfrontaliero, ma concentri l’attenzione soprattutto nel sud Italia.
Comunque sia, non si può negare come il Pnrr riservi un occhio di riguardo per la logistica e per la necessità di eliminare i colli di bottiglia che impediscono il rapido collegamento tra la ferrovia e le infrastrutture come quelle portuali. E proprio sui collegamenti logistici con i porti si registra un fervore di iniziative già in corso o programmate a breve.
Dal punto di vista strutturale il più significativo è sicuramente lo scavalco della linea Tirrenica per collegare direttamente il porto di Livorno con l’interporto Amerigo Vespucci di Guasticce. Ingenti investimenti anche per il porto di Trieste con la nuova Piattaforma logistica ormai operativa, ma anche con la prevista espansione verso sud con un raccordo ferroviario in grado di accogliere treni fino a una lunghezza standard di 750 metri.
Risultati record nel primo quadrimestre del 2021 per i trasporti su ferro anche per il terminal PSA di Genova Pra’ e per La Spezia, mentre a Carrara è bastato adeguare lo scalo ferroviario all’interno del porto per vedere in esercizio i primi treni. Anche Genova attende la conclusione di vari interventi in corso nel nodo, oltre ovviamente allo sbocco rappresentato dal Terzo Valico, opera quest’ultima che non esclude l’auspicato raddoppio in variante ad alta capacità della ferrovia Pontremolese Parma-La Spezia, da destinare a corridoio quasi esclusivamente merci.
Porti a parte, la spinta dei traffici ha favorito interventi in scali ferroviari fino a pochi anni fa quasi lasciati in disparte, come la stazione di confine tra Italia e Slovenia a Villa Opicina, dove sono stati investiti 1,5 milioni di euro nella prima fase dei lavori conclusi ad aprile 2021 con la riattivazione di sette binari destinati alla movimentazione a alla sosta delle locomotive. Qui si è arrivati a contare fino a una decina di macchine di diverse imprese ferroviarie merci. E che dire della nuova Pontebbana Udine-Tarvisio, il primo itinerario di valico ad alta capacità, dove nell’ultimo decennio il traffico merci è letteralmente esploso, mettendo a dura prova la capacità dello scalo di confine, tanto che si deve ricorrere a Ugovizza-Valbruna come parcheggio per i treni merci in attesa.
Piermario Curti Sacchi