Slitta di un anno, dal 2035 al 2036, la transizione completa dal sistema di segnalamento ferroviario nazionale allo standard europeo interoperabile Ertms/Etcs. Entro quella data si prevede di spegnere l’ultimo segnale luminoso lungo una linea ferroviaria italiana. A fine luglio 2020 si è conclusa una verifica tecnica interna da parte di Rfi, il gestore della rete ferroviaria nazionale. L’aggiornamento del Piano di sviluppo Ertms è stato quindi successivamente trasmesso al ministero competente, quello dei Trasporti. Viene confermato il piano per arrivare alla migrazione tra i due sistemi, ma i progetti e i relativi interventi slittano di fatto tutti in avanti. I tecnici di Rfi hanno preso atto come l’emergenza sanitaria abbia di fatto congelato tutta l’attività in corso. Da qui l’esigenza di rivedere il cronoprogramma.
L’obiettivo comunque resta quello di far convivere il meno possibile tratte con i sistemi Scmt ed Etcs sovrapposti, perché si calcola che l’adeguamento tecnologico accelerato comporti minori costi per circa tre miliardi di euro. Come esempio viene riportata la Verona-Bologna, naturale prosecuzione dell’itinerario del Brennero lungo il corridoio Scandinavo-Mediterraneo: la migrazione definitiva nel 2027 rispetto al doppio attrezzaggio originariamente previsto per il 2023 comporta un risparmio di 40 milioni di euro.
Lo slittamento sui tempi originariamente programmati si trova a fare i conti anche con ritardi dovuti ad altri investimenti in corso e non ancora completati. Così per esempio, l’adeguamento tecnologico della Milano-Monza, un itinerario destinato ad assumere un ruolo sempre più importante per il trasporto merci sulla spinta dei nuovi corridoi svizzeri ad alta capacità, subirà slittamenti anche a causa di altri interventi sul nodo di Milano. In ritardo, sempre sullo stesso itinerario anche se in terra svizzera, l’attivazione dei nuovi apparati di stazione a Chiasso (da luglio 2020 a luglio 2021), propedeutici per passare a Etcs L2 sulla Monza-Chiasso. Anche la Milano-Genova arriverà oltre i tempi preventivati (a partire dal 2024) in seguito ai lavori del Terzo Valico, quelli nel nodo del capoluogo ligure e quelli del quadruplicamento Milano-Pavia.
Rinviati nel tempo i piani che riguardano altri importanti itinerari merci come la Rho-Arona, la Laveno-Mombello-Gallarate e la Oleggio-Luino: se ne parlerà nel 2025 con la dismissione del sistema nazionale Scmt. Confermata per il 2026 la Vignale (Novara)-Arona-Domodossola ma il segnalamento italiano dovrebbe essere spento definitivamente più avanti. Aggiornato al 2027 il nuovo cronoprogramma per la Verona-Bologna. Una nota di colore: a titolo di curiosità, una delle ultime linee adeguate, nel 2036, sarà la Sulmona-Carpinone, attualmente percorsa esclusivamente da treni storico-turistici.
Volendo offrire una panoramica su quale sarà la situazione sui valichi alpini, protagonisti nel trasporto internazionale delle merci, secondo le mappe proposte da Rfi nel Piano di sviluppo Ertms, nel 2021 l’Etcs sarà installato e “acceso” su parte dell’itinerario del Sempione e sulla Milano-Chiasso, nel 2022 sarà la volta di Trieste con Villa Opicina, nel 2023 la Verona-Brennero, nel 2025 le linee afferenti la stazione internazionale di Luino, nel 2026 la Torino-Modane insieme al completamento di tutto il quadrilatero tra Milano, Novara, il Sempione e il Gottardo e per finire nel 2028 la nuova Pontebbana Udine-Tarvisio. Una nota positiva a margine: questo slittamento dei tempi può favorire, dilazionandoli, gli interventi che le imprese ferroviarie devono fare sui sistemi di bordo dei mezzi di trazione, come quelli impegnati nei numerosi servizi merci.
Piermario Curti Sacchi