Nell’immaginario collettivo, il mestiere dell’autista di veicoli industriali sembra esistere solo quando una tragedia scuote l’opinione pubblica o un gesto eroico viene celebrato. Una percezione distorta che, secondo Michele De Rose, dirigente nazionale della Filt Cgil, oscura il peso reale di una professione che muove gran parte dell’economia nazionale. L’occasione per rilanciare il tema arriva a seguito di due episodi avvenuti in pochi giorni ad agosto: l’incidente sull’A1, in cui un tamponamento ha coinvolto un’ambulanza causando tre vittime, e la tragedia sfiorata sull’E45 grazie al pronto intervento di un camionista che ha fermato un’auto in contromano.
Secondo De Rose, “il clamore mediatico di fronte a questi fatti mette in secondo piano il lavoro quotidiano degli autisti, fatto di lunghe percorrenze, code interminabili dovute a una rete viaria inadeguata, attese estenuanti per caricare e scaricare le merci, soste in aree prive di servizi adeguati per consumare un pasto o riposare. Un impegno silenzioso che permette al Paese di non fermarsi, considerando che l’87% delle merci in Italia viaggia ancora su gomma”.
Il tema non è solo di percezione pubblica, ma anche di sostenibilità del settore. La carenza di autisti è ormai cronica, con oltre 20mila addetti mancanti. De Rose ricorda come l’ultimo rinnovo contrattuale abbia riportato al centro la figura dell’autista, attraverso interventi economici e normativi, ma ribadisce la necessità di misure previdenziali che riconoscano il mestiere tra quelli usuranti, aprendo così alla possibilità di un pensionamento anticipato. Parallelamente, il sindacato insiste sulla creazione di un percorso scolastico dedicato, capace di formare nuove leve e garantire un ricambio generazionale.
Per la Filt Cgil, insieme a Fit Cisl e Uiltrasporti, la questione richiede un approccio unitario e condiviso anche con le associazioni datoriali. L’obiettivo è avviare una vertenza nazionale capace di portare il tema all’attenzione del Governo, trasformando una crisi di manodopera e infrastrutture in un’occasione di riforma strutturale. Secondo De Rose, senza un intervento immediato il rischio è che il settore continui a essere visibile solo in occasione di drammi o atti straordinari, mentre il suo valore strategico per l’economia rimane nell’ombra.




























































