Nel 2024 il trasporto aereo delle merci europeo ha registrato un aumento significativo. Secondo i dati riportati nel Focus Cargo & Finance di Fedespedi, diffuso alla fine di novembre 2025, in quell’anno nell’Unione Europea sono state movimentate 14,6 milioni di tonnellate di merci, con una crescita dell’8,1% rispetto all’anno precedente. Francoforte si conferma lo scalo principale per volumi, seguito da Parigi Charles de Gaulle e Londra Heathrow, che mantengono posizioni stabili grazie alla struttura dei loro network e alla presenza consolidata dei grandi vettori intercontinentali.
La dinamica si inserisce in un quadro globale anch’esso positivo: a livello mondiale i volumi hanno raggiunto 63 milioni di tonnellate (+7%), con Hong Kong in testa, superando Memphis, tradizionale hub di riferimento del settore espresso. Questo risultato indica un recupero pieno dei livelli pre-pandemia, sostenuto dal commercio internazionale e dal ruolo crescente dell’Asia come centro della manifattura avanzata e delle spedizioni destinate al commercio elettronico.
L’Italia si è collocata al sesto posto in Europa per merci trasportate. Il Focus segnala che nel 2024 il Paese ha movimentato 1,25 milioni di tonnellate, pari a un aumento del 15%. L’andamento rispecchia la crescente integrazione nelle catene logistiche globali, in particolare con i flussi extra Unione Europea. L’Asia rappresenta il 21,2% del traffico italiano e il Medio Oriente il 22,9%. All’interno di questo quadro emerge una variazione marcata nei collegamenti con Hong Kong, in aumento dell’86,5%, e con la Cina, che cresce dell’11,1%. Secondo l’analisi, tali flussi sono strettamente legati all’espansione del commercio elettronico e all’importazione di beni a medio-alto valore aggiunto.

A livello nazionale il mercato è nettamente concentrato. Milano Malpensa e Roma Fiumicino nel 2024 hanno gestito insieme l’80,3% delle merci aeroportuali. Malpensa ha consolidato la propria posizione al vertice con 731.641 tonnellate, pari al 58,6% del totale analizzato. Lo scalo lombardo opera come hub industriale e punto di ingresso per il commercio elettronico internazionale. Fiumicino ha movimentato 731.641 tonnellate, equivalenti al 27,1%, con una vocazione centrata sul belly cargo, ovvero sulle merci trasportate nelle stive dei voli di linea. Venezia, Bologna e Bergamo presentano quote ridotte ma con una specializzazione rilevante per il Nord-Est, per l’esportazione della Motor Valley emiliana e per i servizi dei corrieri espressi. Il rapporto segnala un calo del 17% dei volumi a Bergamo, fenomeno attribuito alla normalizzazione dei traffici espressi dopo la fase emergenziale.
Il rapporto dedica un’ampia parte all’analisi economica e finanziaria dei principali gestori aeroportuali europei e italiani, evidenziando una correlazione tra dimensione infrastrutturale e redditività. Il ritorno sulle vendite mostra livelli molto alti per i maggiori gruppi. Aéroports de Paris registra un valore del 42,5%, seguita da Heathrow con il 38,7% e da Adr Roma con il 34,5%. Tra gli operatori italiani emergono Venezia con il 32,4% e Napoli con il 31,1%. L’unica eccezione nel panel è Aeroporti di Puglia, che presenta un valore negativo pari a -1,1%, a indicare che i costi superano i ricavi operativi.
Anche il ritorno sul capitale proprio conferma la distanza tra grandi hub e realtà regionali. Parigi raggiunge il 40,8% e Sea Milano il 35,8%, offrendo una remunerazione elevata agli azionisti. Heathrow, al contrario, registra un valore negativo pari a -25,3%, segnalando perdite rilevanti rispetto al patrimonio. Aeroporti di Puglia si attesta su -5,6%, con una struttura finanziaria più fragile.
La solidità patrimoniale è illustrata dal confronto sul leverage. Sea Milano e Save Venezia presentano un rapporto di 0,5, seguite da Bologna e Verona con 0,6, valori che testimoniano un utilizzo prevalente di mezzi propri. La situazione opposta emerge a Cagliari, dove Sogaer raggiunge 2,4, indicando un maggiore ricorso al debito. L’analisi della liquidità, con l’indice di disponibilità, mostra una posizione robusta per Cagliari (2,4) e Torino (1,6), mentre Heathrow e Bergamo si collocano intorno a 1,2, evidenziando margini più contenuti nella gestione dei debiti a breve termine.
Il confronto sulla produttività permette di osservare differenze significative nell’efficienza operativa. Amsterdam Schiphol genera 633.600 euro per dipendente, mentre in Italia il valore più elevato è registrato da Adr Roma, con 507.500 euro per dipendente. Bologna e Torino riportano livelli inferiori ai 200mila euro, segnalando strutture meno orientate alla produzione di ricavi per addetto. Un’ulteriore misurazione, quella dei ricavi per movimento aereo, conferma la posizione dominante di Francoforte, che raggiunge 8.830 euro a movimento, quasi tre volte il valore di Roma, pari a 2.978 euro, coerente con la prevalenza di merci a elevato valore aggiunto e di collegamenti intercontinentali pesanti.
Il rapporto completa l’analisi con una panoramica dell’assetto societario. In Italia prevale un modello misto, con la presenza di fondi come F2i, attivi in Friuli Venezia Giulia, Napoli, Milano, Torino e Bologna, e di Mundys, che detiene la quota principale in Roma e partecipazioni rilevanti in Bologna. Rimangono invece a controllo pubblico Aeroporti di Puglia, con una partecipazione del 99,6% della Regione Puglia, e Sogaer Cagliari, con il 94,4% in capo alla Camera di commercio.
































































