Il Tribunale di Anversa ha sancito ad agosto 2025 il fallimento di cinque società legate al Gruppo belga De Wolf, che operava attraverso una holding (Group 5216) e quattro società operative: Red Line Service, Transport De Wolf & Berre, Red Line Logistic Service e Transport Bellekens, quest’ultima acquisita nel 2021. Proprio questa acquisizione si è rivelata il punto debole dell’intero progetto industriale.
Nato come operatore tradizionale nel trasporto a carichi completi, il Gruppo tentò dal 2020 una diversificazione verso i carichi parziali, i servizi espressi e la logistica integrata. La nuova strategia, guidata dagli azionisti Didier e Pascal Potters, Jef e Fons De Wolf e Luc De Koninck, voleva rafforzare la competitività in un mercato ormai saturo. Ma la modernizzazione non è bastata a compensare le perdite ereditate da Bellekens, già in profonda crisi al momento dell’acquisizione, con un passivo di mezzo milione di euro nel 2022 e ulteriori 135mila euro nel 2023.
Un tentativo di salvataggio apparve ad aprile 2025, quando il tribunale di Anversa approvò un piano di ristrutturazione presentato dal Gruppo. Ma la situazione reale si è rivelata ben più grave e quindi ad agosto la stessa Autorità giudiziaria ha decretato il fallimento, citando “stato di insolvenza accertato” e assenza di prospettive di risanamento. La gestione della procedura è stata affidata ai curatori Geert Naulaerts, Kristof Benijts e Philip Somers, chiamati a cercare acquirenti per evitare la perdita di tutti i posti di lavoro. La complessità della struttura societaria e l’entità dei debiti riducono però le possibilità di un salvataggio integrale: la soluzione più probabile resta la vendita per parti delle attività.
Il caso De Wolf non è isolato. Secondo l’Istituto Belga dei Trasporti Stradali e della Logistica (Itlb), il 2024 ha registrato 724 procedure fallimentari nel comparto, con un aumento dell’11,7% rispetto all’anno precedente. Nel solo terzo trimestre, sessantotto imprese di trasporto hanno chiuso, record assoluto dalla crisi del 2008. Le ragioni sono molteplici: l’aumento del prezzo del gasolio (salito da 1.545 a 1.621 euro per mille litri tra fine 2024 e inizio 2025), l’obbligo di coprire parte delle emissioni con crediti di carbonio, il calo della capacità di trasporto (-5% a gennaio 2025 rispetto all’anno precedente). Un mix che ha eroso i margini delle aziende, già sotto pressione da una concorrenza internazionale sempre più aggressiva.
La crisi non si limita però al Belgio. In Germania, i fallimenti delle società di trasporto merci sono passati da 71 nel primo trimestre 2025 a 100 nel secondo. In Francia, le chiusure sono aumentate del 37,8%, mentre in Gran Bretagna la Road Haulage Association ha denunciato quasi 500 fallimenti nel 2023, il doppio rispetto a due anni prima. Casi emblematici come Truswell Haulage, operativa dal 1940 e crollata lasciando 86 dipendenti senza lavoro, dimostrano la portata europea del problema. In Polonia, infine, il numero di procedure di ristrutturazione aziendale nel 2024 è stato il più alto degli ultimi anni, segnale di un malessere generalizzato.
Gli analisti prevedono un’ondata di consolidamenti: le aziende più solide potrebbero acquisire gli assetti delle fallite, rafforzando le proprie posizioni a scapito della concorrenza. Resta però aperto il problema strutturale della carenza di autisti, aggravata dal fatto che molti lavoratori lasciano il settore dopo la chiusura della loro azienda. Il Governo belga ha introdotto misure per rendere più flessibili le procedure di riorganizzazione, mentre a livello europeo si discute di come frenare la concorrenza a basso costo proveniente dall’Est. Ma i tempi di attuazione rischiano di essere lunghi.































































