Il 29 luglio è terminata la carriera di Antonio Gurrieri al porto di Trieste: si è dimesso poche settimane dopo essere stato nominato dal ministro dei Trasporti come commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale (il 10 giugno 2025). Con le dimissioni, Gurrieri ha anche rinunciato alla candidatura alla presidenza della stessa Autorità. Il motivo è il suo coinvolgimento in un’indagine della Procura di Trieste, sulla quale Gurrieri afferma che “non sono indagato né per le mie attività passate e presenti presso il porto, né per il mio incarico in Alpe Adria (di cui è amministratore delegato, ndr), ma per questioni private su cui farò chiarezza”.
Nella lettera spedita al ministro dei Trasporti e al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Gurrieri spiega che “la scelta è maturata in autonomia con l’intento di tutelare l’istituzione in un momento in cui l’attenzione pubblica rischia di allontanarsi dal merito dell’azione amministrativa e strategica in corso”, aggiungendo che “ho scelto di rassegnare le dimissioni per senso di responsabilità e nel rispetto dell’Autorità che ho avuto l’onore di guidare, anche solo per un tratto del suo percorso. La mia carriera, lunga oltre trent’anni in questo Ente, si è sempre contraddistinta per l’osservanza delle regole e il rigore istituzionale”.
Secondo la stampa locale, l'indagine della Procura di Trieste sarebbe iniziata da una verifica fiscale condotta agli inizi del 2025 presso la società Alpe Adria, durante la quale Guardia di Finanza avrebbe individuato transazioni sospette che hanno portato l'attenzione degli inquirenti sulla Mmg Management, società austriaca fondata da Gurrieri nel 2016 per attività di consulenza e formazione nel settore dei trasporti.
Le indagini si sono concentrate su somme dell'ordine di centinaia di migliaia di euro, versate da società asiatiche con sede a Singapore alla Mmg. Questi bonifici, inizialmente apparsi privi di causale, hanno fatto sospettare agli investigatori una possibile provenienza illecita del denaro, configurando l'ipotesi di reato di riciclaggio. Il 30 giugno 2025, la Guardia di Finanza eseguì perquisizioni presso l'abitazione e l'ufficio di Gurrieri, sequestrando dispositivi elettronici e documentazione ritenuta rilevante per l'inchiesta. Il commissario straordinario ha ricevuto l'avviso di garanzia nelle settimane precedenti, mentre l'esistenza dell'indagine è divenuta di dominio pubblico solo il 20 luglio.
L'avvocato difensore di Gurrieri, Alessandro Diddi, ha inizialmente presentato opposizione al decreto di perquisizione, ma ha successivamente rinunciato all'udienza fissata davanti al Tribunale del Riesame dopo un confronto con i pubblici ministeri Antonio Frezza e Matteo Tripani. Secondo quanto riferito dalla difesa, la Procura avrebbe mostrato apertura verso una possibile archiviazione qualora le spiegazioni fornite nella memoria difensiva fossero confermate da documentazione oggettiva.
Gurrieri ha sempre rivendicato la correttezza delle proprie azioni, dichiarando di aver sempre agito "nella legalità, in piena trasparenza" e di aver regolarmente dichiarato i guadagni derivanti dalle consulenze. La difesa ha chiarito che le operazioni sotto esame riguardano legittime attività di formazione e consulenza nel settore dei trasporti, ambito in cui Gurrieri è riconosciuto come esperto internazionale.
Le dimissioni di Guerrieri s’inseriscono in un quadro d’instabilità che aveva già caratterizzato la gestione dell'Autorità portuale nei mesi precedenti, tra cui spicca la revoca delle deleghe a Vittorio Torbianelli, nominato segretario generale facente funzioni da Gurrieri stesso appena una settimana dopo la sua designazione. Questa decisione, che sarebbe stata maturata sotto le pressioni di Fratelli d'Italia, aveva già evidenziato le tensioni politiche che circondavano il governo del porto, che ora si trova ancora senza una guida stabile.
































































