L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale ha presentato la relazione del progetto per il nuovo terminal polifunzionale Molo VIII del porto di Trieste. Il documento, datato 6 giugno 2025, servirà per la prossima tappa della procedura, ossia il dibattito pubblico. L’impianto sorgerà sull’area dove operava l’impianto siderurgico Ferriera di Servola, che è già stata riqualificata e ha come protagonisti l’Autorità portuale, come ente concedente, e le società Hhla Plt Italy, Logistica Giuliana e Icop.
L’infrastruttura a mare si basa su una banchina lunga 422 metri e larga 53 metri che disporrà di un fondale che dopo il dragaggio raggiungerà una profondità di 17,2 metri, adatta per accogliere portacontainer fino a 15mila teu, con possibilità di un successivo adeguamento per navi fino a 24mila teu. La capacità per i container prevista è di 200mila teu nel 20230, per poi crescere a 450mila teu nel 2040. Il terminal avrà anche un accosto per navi ro-ro lungo 232 metri. La banchina sarà predisposta con cavidotti per un futuro sistema di cold ironing, che consentirà alle navi di collegarsi alla rete elettrica di terra, riducendo così le emissioni e il rumore in porto. Il materiale dragato (circa 120.000 m3) sarà reimpiegato all'interno della cassa di colmata della piattaforma logistica adiacente.
Sul versante terrestre, il terminal avrà un terminal ferroviario con una dotazione iniziale di sei binari da 300 metri, che potranno essere allungati fino a 750 metri, con capacità di dodici treni al giorno. Per il trasporto stradale, l’impianto sarà collegato direttamente alla Grande Viabilità Triestina tramite rampe dedicate per separare i flussi di traffico pesante da quelli urbani. L'accesso dei veicoli industriali sarà gestito da otto varchi automatizzati (quattro in entrata e quattro in uscita) che utilizzano tecnologie Optical Character Recognition e Rfid per rendere veloce il flusso.
Per quanto riguarda l’equipaggiamento, il Molo VIII avrà solo gru elettriche, tra cui tre ship-to-shore controllate da remoto e con sbraccio di 70 meri, tre Rmg per la ferrovia, anch’esse a controllo remoto e quattro Rtg per muovere i container nel piazzale. Le attività saranno gestite da un sistema informatico Terminal Operating System, che fornirà anche il tracciamento in tempo reale e l'interoperabilità con le Dogane.
Il progetto del 6 giugno prevede che il nuovo terminal attiverà circa 805 posti di lavoro durante la fase di costruzione e 2.650 posti stabili a regime. Quando sarà pienamente operativo potrebbe generare un gettito fiscale di oltre due miliardi di euro in quindici anni, comprendendo Iva, servizi doganali e Irpef. A ciò va aggiunto il beneficio della riqualificazione delle ex Ferriera di Servola, un'area di 180 ettari che per oltre un secolo è stata una fonte di inquinamento. Ciò comprende un progetto di Messa in Sicurezza Permanente per confinare e isolare i terreni contaminati.
Sul piano formale, si prevede che la valutazione d’impatto ambientale sarà completata tra il 2025 e il 2026. L’Asp stima la durata totale del progetto in 58 mesi, di cui 16 mesi per permessi e licenze, 15 mesi per la progettazione esecutiva, 35 mesi per le opere civili (con la costruzione della banchina che richiederà circa 28 mesi) e 41 mesi per la fornitura e installazione delle attrezzature.