La Filt-Cgil Calabria ha proclamato per il 19 ottobre 2025 uno sciopero di 24 ore dei portuali del terminal container di Gioia Tauro. L’astensione dal lavoro, che coinvolgerà l’intero scalo, rientra in una più ampia mobilitazione nazionale dei lavoratori portuali a sostegno della popolazione palestinese. La decisione è stata assunta dopo settimane di dibattito interno e si colloca nella scia delle azioni già avviate a settembre in diversi comparti del trasporto.
Secondo la nota diffusa dal sindacato, l’iniziativa intende denunciare il “genocidio del popolo palestinese e la distruzione di Gaza”, individuando nel governo israeliano, nel sostegno statunitense e nel “silenzio complice” dell’esecutivo italiano le principali responsabilità. Nella stessa comunicazione la Filt-Cgil Calabria accusa l’attuale classe politica di insensibilità di fronte “ai bisogni e alle sofferenze di bambini, donne e anziani palestinesi”.
Il sindacato chiede al governo italiano tre misure concrete: interrompere subito gli accordi commerciali con Israele, riconoscere lo Stato di Palestina e garantire la protezione delle imbarcazioni italiane della Global Sumud Flotilla, impegnate a creare un corridoio umanitario verso Gaza. La mobilitazione è presentata come un appello a non tradire la tradizione di solidarietà internazionale dell’Italia, sintetizzato nello slogan “due popoli, due Stati. Fermiamo l’aggressione israeliana”.
Un’interruzione di 24 ore avrà conseguenze immediate sulla programmazione delle compagnie marittime e sui flussi di carico, inserendosi in un contesto di forte sensibilità sindacale che tocca anche altri scali italiani ed europei. Già il 19 settembre la Cgil ha organizzato una giornata di mobilitazione nazionale con scioperi di quattro ore nei trasporti, nella logistica e nelle infrastrutture, con modalità differenziate a livello territoriale e manifestazioni nei luoghi di lavoro. Pochi giorni dopo, il 22 settembre, i sindacati di base Usb, Cub, Adl e Sgb hanno proclamato uno sciopero generale, sempre con riferimento alla difesa della Flotilla e contro quello che definiscono il genocidio in corso a Gaza.

































































