Nella settimana a cavallo tra agosto e settembre 2025 i noli medi spot del trasporto marittimo di container nelle principali rotte globali mostrano andamenti molto diversi: mentre quelli tra Cina ed Europa proseguono il forte calo delle settimane precedenti, quelli tra Cina e Stati Uniti invertono la tendenza e crescono, mentre restano stabili nei trasporti trans-atlantici. È quanto emerge dal rapporto settimanale del World Container Index diffuso da Drewry il 4 settembre 2025. Questa divaricazione ha portato la stabilizzazione dell’indice composito, che è la media di tutte le rotte considerate, dopo undici settimane consecutive di flessione: rispetto alla settimana precedente è calato dell’uno percento, ma resta in territorio negativo se confrontato con lo stesso periodo del 2024, segnando un calo del 56% su base annua.
Portando l’analisi sulle varie rotte, quelle tra Asia ed Europa hanno continuato a perdere terreno. La tratta Shanghai–Rotterdam è scesa del 10% a 2.385 dollari/feu, mentre la Shanghai–Genova ha perso il 7% fermandosi a 2.653 dollari/feu. Pur in presenza di una domanda solida e di congestioni portuali che in altri contesti avrebbero spinto i noli verso l’alto, l’elemento determinante rimane l’eccesso di capacità immesso dalle compagnie, che esercita una pressione ribassista costante. Su base annua, le tariffe Asia–Europa risultano oggi più basse del 58,5% rispetto al 2024, con prospettive che secondo Drewry restano orientate a ulteriori ribassi nelle prossime settimane.
Sul versante del Pacifico, i noli da Shanghai verso la costa occidentale statunitense sono saliti dell’8% raggiungendo quota 2.522 dollari/feu, mentre quelli dal porto cinese verso New York hanno fatto un balzo del 12% fino a 3.677 dollari/feu. Si tratta di una ripresa rilevante che interrompe una lunga fase discendente, anche se la sua sostenibilità resta in discussione: senza ulteriori tagli di capacità, i livelli attuali rischiano di non reggere, soprattutto dopo la tradizionale pausa della Golden Week cinese. In ogni caso, rispetto a dodici mesi fa le tariffe transpacifiche restano ancora inferiori del 57%, a dimostrazione di un contesto ben diverso rispetto ai picchi del 2024.
Restano invece stabili i collegamenti transatlantici: la rotta Rotterdam–New York è rimasta intorno ai 1.950 dollari/feu, senza variazioni settimanali di rilievo e con un calo moderato del 12% su base annua. In direzione inversa, i noli si confermano compressi e sostanzialmente fermi: 461 dollari/feu da Rotterdam a Shanghai (−1% su base annuale) e 720 dollari/feu da Los Angeles a Shanghai (+1% su base settimanale). In media, i ritorni verso l’Asia si attestano a livelli simili a quelli delle ultime settimane, ma inferiori del 12% rispetto a un anno fa. Più dinamico invece il collegamento New York–Rotterdam, che nonostante un lieve arretramento settimanale (−1%) resta in crescita del 15% su base annua, unico dato positivo nel confronto annuale.
Secondo le previsioni del Container Forecaster di Drewry, nella seconda metà del 2025 il rapporto domanda–offerta tornerà a indebolirsi, determinando nuove pressioni al ribasso sugli spot. La volatilità dipenderà in buona misura dall’evoluzione delle politiche commerciali statunitensi e dall’impatto ancora incerto delle eventuali sanzioni contro le navi cinesi. Nel complesso, la settimana di inizio settembre restituisce l’immagine di un mercato sospeso: il rimbalzo sul Transpacifico ha evitato un ulteriore scivolone del World Container Index, ma la tendenza di fondo resta fragile e fortemente condizionata da fattori esterni.

































































