Il pomeriggio 6 maggio 2025, Matteo Paroli ha parlato all’ottava Commissione del Senato nell’ambito del confronto previsto nella procedura di approvazione del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Il suo nome, infatti, è stato proposto dal ministro dei Trasporti per tale incarico e deve essere approvato dal Parlamento. Nel suo intervento, Paroli ha tracciato un quadro articolato e ambizioso del futuro dei porti di Genova e Savona, delineando una visione di lungo termine fondata su modernizzazione infrastrutturale, sicurezza e collaborazione tra le istituzioni.
Dopo avere illustrato la sua carriera e le sue competenze in ambito portuale, Paroli ha sottolineato la complessità e la dinamicità del sistema portuale nazionale, in cui la competizione è accesa e gli spazi a disposizione delle imprese sono limitati. In questo contesto, ha rilevato il ritardo della normativa rispetto all’evoluzione del mercato: il Codice della Navigazione risale al 1942, mentre l’ultimo intervento normativo strutturale è la Legge 84 del 1994. Da allora, le navi sono cambiate radicalmente, sia per numero che per dimensioni, mentre le infrastrutture portuali faticano a tenere il passo.
Un punto cardine della sua visione è dunque la necessità di strumenti normativi e gestionali che permettano alle Autorità portuali d’intervenire con maggiore rapidità nell’adeguamento delle infrastrutture. Paroli ha ricordato che molte strutture attuali risalgono alla fine del secolo scorso e non sono più adatte ai flussi contemporanei. Per affrontare questa sfida, egli ritiene indispensabile elaborare un nuovo piano regolatore portuale che coniughi flessibilità, sicurezza ed efficienza, in grado di adattarsi con tempestività alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.
La sicurezza – in particolare quella dei lavoratori – rappresenta un’altra priorità. Sebbene le Autorità portuali non abbiano competenze dirette in materia, Paroli ha dichiarato che intende rafforzare al massimo la collaborazione con le amministrazioni preposte, al fine di ridurre drasticamente i rischi d’incidenti e garantire ambienti di lavoro più sicuri. A questo si aggiunge l’attenzione crescente verso la cibersicurezza: i porti italiani sono stati oggetto di attacchi informatici che hanno messo in crisi interi sistemi logistici. Per Paroli, è quindi urgente investire in difese informatiche solide, indispensabili per tutelare l’operatività e la reputazione del sistema portuale nazionale.
Fondamentale, secondo Paroli, sarà anche la sinergia con le amministrazioni locali e regionali, considerata la stretta integrazione tra porto e città, così come il dialogo costante con il cluster portuale privato e gli enti pubblici operativi negli scali. In particolare, ha citato la necessità di una collaborazione stretta con le Capitanerie di Porto per la sicurezza della navigazione, con l’Agenzia delle Dogane per migliorare l’efficienza dello sdoganamento e con le Prefetture per la gestione delle situazioni di emergenza.