La compagnia marittima israeliana Integrated Shipping Services (Zim), specializzata nel trasporto di container, è oggetto di un’offerta di acquisto da parte del suo stesso amministratore delegato, Eli Glickman, e dell’imprenditore Rami Ungar. Lo ha confermato il consiglio d'amministrazione della società, precisando che l’offerta è per ora preliminare e non vincolante. Il Consiglio aggiunge di aver scelto consulenti finanziari e legali per valutare l’offerta e, più in generale, di avviare una revisione di eventuali alternative, compresa una vendita. Al momento, precisa il Consiglio, non c’è alcuna garanzia che la transazione avvenga.
La fonte della notizia è il comunicato del Board of Directors pubblicato sulla sezione dedicata agli investitori del sito web di Zim. L’offerta congiunta di Glickman e Ungar per rilevare tutte le azioni ordinarie non è però l’unica manifestazione d’interesse per la compagnia. Il Consiglio afferma infatti di avere ricevuto manifestazioni da parte sia di altri operatori del trasporto (è apparso sulla stampa il nome di Maersk), sia da soggetti finanziari. Ogni decisione sarà comunque presa dopo la relazione dei consulenti, che sono Evercore (consulente finanziario), Meitar Law Offices (consulente legale per Israele) e Skadden, Arps, Slate, Meagher & Flom LLP (consulente legale internazionale). Il Consiglio d’amministrazione ha annunciato anche la nomina di due amministratori indipendenti con elevata esperienza finanziaria e transnazionale, proprio nel contesto di questa revisione: Yair Avidan e Yoram Turbowicz.
Analisti indipendenti citati dalla stampa internazionale ritengono che l’offerta potrebbe aggirarsi intorno a 25 dollari per azione, per complessivi circa 2,4 miliardi di dollari, a fronte di una capitalizzazione di mercato stimata intorno a 1,9 miliardi di dollari. Dopo l’annuncio dell’offerta, il titolo di Zim è salito in poche ore fino al 15%. secondo Calcalistech, Zim disporrebbe di circa 2,8 miliardi di dollari di cassa a fronte di 5,7 miliardi di passività, di cui 1,23 miliardi di debito a breve.
L’azionista di controllo di Zim oggi è la Kenon Holdings della famiglia Ofer. Rami Ungar è imprenditore israeliano attivo nello shipping e nell’importazione di veicoli e potrebbe fondere Zim con la sua compagnia Ray Shipping, mentre Eli Glickman è Ceo e presidente della società. A proposito di quest’ultimo, sono emersi timori sul possibile conflitto d’interessi tra il ruolo di dirigente e quello di acquirente, soprattutto se apparissero concrete offerte alternative alla sua.
La questione interessa anche lo Stato d’Israele, che detiene una golden share in Zim che comporta l’obbligo di una maggioranza israeliana nel Consiglio d’amministrazione, l’obbligo che il Ceo e i presidente siano cittadini israeliani e l’obbligo di mantenere almeno undici navi a disposizione dello Stato in caso di emergenza. Sono vincoli che renderebbero complessa l’acquisizione di un investitore straniero, anche se comunque non sarebbero insormontabili per un grande operatore globale.
Pietro Rossoni




























































