Lo Stretto di Singapore sta vivendo una crescita preoccupante della pirateria: secondo il rapporto pubblicato il 9 luglio 2025 dall’Icc Commercial Crime Services, nella prima metà dell’anno si è registrato il numero più alto di attacchi a mano armata alle navi cargo dal 2020. Il Piracy Reporting Centre dell’International Maritime Bureau (Imb) lancia un chiaro allarme: la sicurezza di navi ed equipaggi lungo questa rotta, che convoglia circa il trenta percento del commercio mondiale, è messa seriamente in discussione.
Nel semestre sono stati segnalati complessivamente novanta episodi di pirateria e rapina, con una preponderanza di casi concentrata proprio nello Stretto di Singapore. Di questi, 79 sono andati a segno con l’abbordaggio della nave, sei sono falliti, quattro hanno comportato il dirottamento della nave, mentre in un caso i criminali hanno aperto il fuoco.
Il tratto di mare che separa la penisola malese dall’isola indonesiana di Batam si conferma come l’area di maggiore criticità: ben 57 episodi – pari al 63% del totale – sono avvenuti in quest’area, e in oltre il 95% dei casi i pirati sono riusciti a salire a bordo. Allarmante è la capacità di questi gruppi criminali di colpire anche navi di grande stazza, comprese petroliere e portacontainer oltre le 150mila tonnellate di portata lorda. In più della metà degli episodi (34 su 57) i criminali erano armati di coltelli o pistole, aumentando il rischio per l’incolumità del personale a bordo.
Il quadro che ne emerge solleva interrogativi seri sulla tenuta dei dispositivi di sicurezza esistenti e sull'efficacia delle misure di deterrenza in atto. Le conseguenze per i marittimi a livello globale sono già visibili: nel primo semestre del 2025, su scala globale, si contano 40 membri dell’equipaggio presi in ostaggio, 16 rapiti, cinque minacciati, tre aggrediti e altrettanti feriti. Nello specifico dello Stretto di Singapore, si contano 13 ostaggi, cinque minacce dirette, tre feriti e un’aggressione fisica.
Il fenomeno, pur concentrandosi nello stretto asiatico, non è isolato e altre aree rimangono sotto osservazione. Il Golfo di Guinea, sebbene registri numeri inferiori, si conferma teatro del 87% di tutti i rapimenti di personale marittimo nel mondo. E in Somalia, nonostante l’assenza di episodi segnalati da aprile 2025, l’Imb avverte che il calo stagionale dei venti monsonici potrebbe facilitare una nuova ondata di attacchi.
A fronte di questi dati, il direttore dell’Imb, Michael Howlett, ha espresso forte preoccupazione: “Questo aumento di incidenti è profondamente preoccupante poiché mette a rischio la sicurezza dei nostri marittimi e la sicurezza del commercio internazionale”. Da qui l’appello a tutte le navi in transito nei tratti sensibili ad adottare misure di vigilanza rafforzate, e a segnalare tempestivamente ogni attività sospetta o incidente al Piracy Reporting Centre, operativo 24 ore su 24.






























































