Nei primi tre mesi del 2025 la pirateria marittima mondiale ha visto un preoccupante aumento, con ben 45 episodi di attacchi confermati, rispetto ai 33 dello stesso periodo nel 2024. Lo segnala il rapporto trimestrale dell'International Maritime Bureau, che sottolinea come questo incremento sia trainato principalmente dall'impennata degli incidenti nello Stretto di Singapore.
Proprio in questo stretto, infatti, si concentra la maggior parte degli episodi, passati dai 7 registrati nel primo trimestre 2024 ai 27 nello stesso periodo del 2025, con un incremento del 286%. Particolarmente preoccupante è il dato che vede l'uso sempre più frequente di armi da fuoco da parte dei pirati: ben 14 casi registrati hanno coinvolto pistole o fucili, segnando un cambiamento nella natura delle aggressioni, tradizionalmente caratterizzate dall'uso di coltelli e bastoni.
A livello globale, gli attacchi hanno visto principalmente episodi di abbordaggio (82%), con un totale di 37 navi effettivamente raggiunte dai pirati. Si registrano anche 4 tentativi di dirottamento e 4 attacchi falliti. L'impatto sugli equipaggi rimane grave: sono 53 i marittimi coinvolti, di cui 37 presi in ostaggio, 13 rapiti, 2 minacciati con armi e 1 ferito.
Nel Golfo di Guinea gli episodi sono calati, toccando il minimo storico di appena 6 incidenti nel trimestre. Tuttavia, non si tratta di una buona notizia per la sicurezza degli equipaggi, poiché tutti i 13 marittimi rapiti nei primi tre mesi del 2025 provengono proprio da questa regione, segnale che i pirati, pur operando meno frequentemente, stanno scegliendo obiettivi ad alto valore.
Torna l'attenzione anche sulla Somalia, dove si sono registrati 3 dirottamenti tra febbraio e marzo, con 26 membri degli equipaggi presi temporaneamente in ostaggio, poi rilasciati. La capacità operativa dei gruppi criminali somali resta dunque una minaccia, sebbene meno frequente rispetto al passato.
L’Imo invita le autorità marittime e gli armatori a intensificare le misure preventive: nello Stretto di Singapore raccomanda pattugliamenti rinforzati, una migliore illuminazione dei ponti durante la notte e un controllo costante della situazione. Nel Golfo di Guinea si suggerisce di ricorrere, dove possibile, a scorte navali, mentre per i passaggi nell'Oceano Indiano si conferma la validità delle misure già previste dal protocollo internazionale Bmp-5.