Amazon sta sperimentando in Europa un progetto che aggiunge una nuova dimensione alla logistica urbana: quella del primo soccorso. Il programma, chiamato Project Pulse, vuole dotare alcuni furgoni per le consegne di defibrillatori automatici esterni (Dae), con l’obiettivo di ridurre i tempi di intervento in caso di arresto cardiaco, soprattutto nelle aree residenziali, dove oltre il 70% di questi episodi si verifica. Secondo quanto riferisce Bloomberg il 10 aprile 2025, la sperimentazione è partita nel novembre 2023 ad Amsterdam, per poi estendersi a Londra e Bologna.
In ciascuna di queste città, alcune decine di autisti — più di cento in totale — sono stati formati all’uso del defibrillatore e alle tecniche di rianimazione cardio-polmonare, e sono stati collegati a reti locali di risposta civica alle emergenze sanitarie tramite applicazioni specializzate. Il dispositivo utilizzato, fornito da Koninklijke Philips, è pensato per un utilizzo immediato e intuitivo: una volta applicati i pad sul torace della vittima, è lo stesso apparecchio a indicare se e quando è necessario somministrare una scarica elettrica per riattivare il cuore.
Amazon ha confermato all’agenzia che alcuni autisti hanno effettivamente ricevuto segnalazioni e sono arrivati sul luogo dell’emergenza, in alcuni casi prima o insieme ai soccorritori professionisti. La rapidità d’intervento è cruciale: secondo l’American Heart Association, se una persona riceve una scarica entro il primo minuto dall’arresto cardiaco, le sue probabilità di sopravvivenza salgono fino al 90%. Ogni minuto che passa senza intervento, le possibilità si riducono drasticamente.
A spingere Amazon in questa direzione è anche un dato geografico: in molte aree urbane, i furgoni dell’azienda si trovano più vicini al luogo dell’emergenza rispetto alle ambulanze. Una simulazione condotta da Philips e inclusa nei documenti interni di Amazon ha mostrato che una flotta di 50 veicoli dotati di Dae, attivi in un quartiere di Seattle, avrebbe potuto rispondere agli allarmi in media con un minuto di anticipo rispetto ai servizi di emergenza.
Anche a Parigi si è lavorato per preparare il terreno a una possibile espansione del progetto. L’app Staying Alive ha formato decine di autisti Amazon nella capitale francese. Il dottor Paul Dardel, medico responsabile dell’iniziativa, ha dichiarato che la speranza è quella di vedere presto il progetto attivo anche in Francia, sebbene le priorità di Amazon, al momento, sembrino rivolte alla Gran Bretagna.
Project Pulse nasce con l’intento sociale di migliorare le possibilità di sopravvivenza per chiunque, non solo per i clienti Amazon, ma non mancano potenziali ricadute positive anche sul piano della reputazione. In un contesto in cui l’azienda viene spesso criticata per il traffico, l’inquinamento e gli incidenti legati alla sua rete logistica, questo tipo di progetto offre un’opportunità concreta per mostrare un impegno verso il bene comune. Non solo: secondo alcuni documenti interni, si è ipotizzato che Project Pulse possa contribuire a migliorare il tasso di fidelizzazione degli autisti, categoria caratterizzata da alti livelli di turn-over.
Sul piano economico, la portata dell’investimento è stata giudicata sostenibile. Una stima preliminare elaborata all’interno di Amazon calcola che, per dotare del 15% dei veicoli in oltre 1.100 depositi di consegna sparsi per il mondo, la spesa sarebbe inferiore ai 17 milioni di dollari nel primo anno. Tuttavia, come spesso accade per i progetti innovativi, l’ambizione iniziale non ha ancora superato la fase sperimentale, anche a causa di limiti di budget e risorse umane.