L’Europarlamento e il Consiglio d’Europa hanno concordato il 9 dicembre 2025 il rinvio di un anno dell’avvio del sistema Ets 2 per edilizia e trasporto stradale, nell’ambito dell’accordo provvisorio sugli obiettivi climatici al 2040. La decisione sposta l’entrata in vigore del meccanismo al 2028, con l’intento di ridurre il rischio di effetti bruschi sui prezzi dei carburanti e di garantire una fase di transizione più ordinata. Secondo quanto emerso dal negoziato sul nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, la flessibilità temporale è stata ritenuta compatibile con il percorso complessivo di decarbonizzazione e utile per coordinare l’attuazione del fondo sociale per il clima, chiamato a sostenere famiglie e imprese nei costi di adattamento.
L’accordo recepisce l’impostazione tecnica preparata dalla Commissione Europea a fine novembre, che ha proposto modifiche alla riserva di stabilità del mercato dell’Ets dedicata ai combustibili per edilizia e trasporti. Nel presentare tali modifiche la Commissione ha richiamato l’esigenza di evitare eccessiva volatilità nelle prime fasi del sistema e di assicurare un adeguato equilibrio tra disponibilità di quote e progressiva riduzione delle emissioni. Il rinvio non modifica invece l’obbligo di raccolta e verifica dei dati, avviato nel 2025 con il sistema di controllo, comunicazione e verifica che resterà operativo per preparare la piena entrata in vigore del mercato nel 2028.
L’Ets 2 è un sistema di tetto e scambio distinto dall’Ets attivo dal 2005 per industria e produzione energetica. La normativa approvata nel 2023 definisce l’applicazione ai combustibili utilizzati nell’edilizia, nel trasporto stradale e nella piccola industria non coperta dall’Ets esistente. Il funzionamento avviene a monte: l’obbligo di acquistare e restituire quote di CO2 riguarda i fornitori di carburante, che incorporeranno il costo nei prezzi finali. L’obiettivo è introdurre un segnale di prezzo uniforme nei segmenti dove la riduzione delle emissioni è stata più lenta, sostenendo investimenti in efficienza energetica e tecnologie a minore intensità carbonica.
Il percorso istituzionale che porterà alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale comprende ora il voto finale in plenaria dell’Europarlamento e la ratifica del Consiglio. Il quadro delineato dai colegislatori stabilisce che la fase operativa inizierà nel 2028, mentre la raccolta dei dati sulle emissioni dei distributori continuerà a costituire la base di riferimento per la definizione delle quote e per la valutazione degli effetti sul settore dell’edilizia, della mobilità stradale e delle attività logistiche collegate. La stabilità del mercato e la gestione progressiva delle quote restano elementi centrali per il controllo dell’andamento dei prezzi della CO2, condizione ritenuta necessaria per una transizione graduale in comparti caratterizzati da ampi volumi di consumo energetico e da una diffusa presenza di operatori di piccole e medie dimensioni.































































