L’interporto di Cortenuova dovrebbe diventare il gioiello della logistica bergamasca, ma pare che il progetto si stia spegnendo a causa dei tempi lunghi della politica locale e nazionale. Questo è l'allarme lanciato all’inizio di marzo 2025 da alcuni quotidiani bergamaschi, che hanno raccolto voci provenienti dal Gruppo Vidali, che ha sviluppato il progetto insieme con Msc. Secondo la società di costruzioni, il socio svizzero potrebbe abbandonare il progetto per le incertezze sul versante politico. A cominciare dal ministero dei Trasporti, che non ha formalizzato l’inserimento di questa opera come d’interesse nazionale, atto fondamentale per collegarla alle autostrade A4 e A35.
Msc potrebbe quindi lasciare il territorio bergamasco per trovare alternative nel bresciano o nel milanese. Le ambizioni di questa infrastruttura sono di diventare il retroporto addirittura di quattro scali: Genova, Ravenna, Venezia e Trieste. L’interporto diventerebbe uno hub di smistamento dei container tra Tirreno e Adriatico da una parte e Europa centrale e settentrionale dall’altro. Per farlo è prevista la costruzione di una piattaforma logistica e intermodale di 350mila metri quadrati, in parte su una ex acciaieria e in parte su un’area agricola.
Ed è proprio il consumo di suolo a rallentare l’opera. Infatti è contrario il Comune di Cortenuova, che teme anche un aumento del traffico pesante e un effetto moltiplicatore che provocherebbe la nascita di altre piattaforme logistiche. Timore giustificato che nella zona sono già sorti magazzini, un fenomeno favorito dall’autostrada A35. Ed è qua che il livello politico si alza, perché se l’interporto sarà considerato opera d’interesse nazionale l’amministrazione locale sarà esclusa dalle decisioni. Il nodo potrebbe sciogliersi agli Stati Generali sulle Infrastrutture bergamasche, annunciati dal presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi. Un evento però ritenuto “tardivo” dal Gruppo Vidali.