La richiesta indirizzata a Rfi reca la data del luglio 2019. Le amministrazioni locali insieme agli operatori rappresentati dalla dirigenza dell’interporto di Gorizia (Sdag) sollecitavano il gestore della rete ferroviaria nazionale a far decollare un progetto da tempo atteso dal territorio. Ma solo ora, a distanza di quasi sei anni, a fine maggio 2025, Rfi ha assegnato la progettazione di quella che viene definita la “lunetta” merci di Gorizia, vale a dire il raccordo che mette in relazione diretta la linea Udine-Gorizia-Monfalcone con la Gorizia-Nova Gorica e quindi con la Slovenia.
La petizione lanciata nel 2019 aveva lo scopo di smuovere le acque di fronte al sostanziale disimpegno di Rfi, ma evidentemente la programmazione del gestore della rete ha dovuto fare i conti con altre priorità, nonostante le opportunità offerte anche dal Pnrr. Oltretutto la fase che ora si è aperta riguarda solo la prima tappa, quella della progettazione dell’intervento e non la gara per l’appalto dei lavori, cosa che avverrà in un secondo tempo. L’incarico della progettazione è stato assegnato a Infrarail, una società che appartiene allo stesso gruppo Fs. Nel frattempo i costi per realizzare quest’opera, inizialmente ipotizzati in 12 milioni di euro sono aumentati tanto da raggiungere i venti milioni.
Il progetto definitivo della “lunetta” prevede la realizzazione di un raccordo a singolo binario lungo quasi un chilometro e mezzo, compresa l’elettrificazione della linea e una breve variante di tracciato della ferrovia storica lato Slovenia per circa 260 metri. Verrà spostato anche il deviatoio d’ingresso al raccordo dell’interporto sulla Gorizia-Nova Gorica per consentire l’arrivo di treni merci a modulo 750 metri anche all’interno del raccordo. Saranno aggiornati anche gli apparati di gestione della circolazione ubicati a Gorizia Centrale.
Nonostante l’opera abbia uno sviluppo all’apparenza così modesto, questa consentirà ai treni merci il collegamento diretto da Trieste o Venezia alla linea per la Slovenia (e viceversa) senza necessità di inversione di marcia a Gorizia e quindi di giro della locomotiva. I benefici si possono quantificare nella riduzione dei tempi di percorrenza, ma soprattutto per il vantaggio di eliminare gli oneri della manovra. Anche a causa di questi limiti, attualmente il servizio merci è di fatto sospeso.
Le ricadute positive non riguardano solo i treni in transito, quelli che percorrono la rete nazionale o provengono dagli scali portuali di Trieste e Monfalcone, ma valorizzano anche il terminal Sdag di Gorizia, la piattaforma logistica intermodale estesa su un’area di 60 ettari specializzata nell’agroalimentare e nella gestione di prodotti a temperatura controllata. La “lunetta” ferroviaria andrà a beneficio del terminal e consentirà all’autoporto e al polo logistico circostante di svolgere completamente la funzione retroportuale anche perché tutti i raccordi saranno elettrificati.
Ma il mosaico dei collegamenti potrà dirsi completo quando sarà potenziata in Slovenia la ferrovia Transalpina fino a Jesenice, nodo transfrontaliero con l’Austria, per non parlare di un nuovo tracciato da realizzare tra l’esistente tratta internazionale Gorizia-Nova Gorica con la linea Nova Gorica-Lubiana.
Piermario Curti Sacchi