C’è un filo conduttore, e precisamente un’anomalia tecnica dovuta a distrazione, tra due incidenti ferroviari anche se di portata diversa. Il primo, il più tragico, è quello di Livraga del febbraio 2020, dove la fuoriuscita dai binari di un Frecciarossa 1000 a causa di un difetto nel montaggio di un deviatoio causò la morte dei due macchinisti oltre al ferimento di diversi passeggeri. Il secondo, più recente, è la collisione tra treni merci avvenuta nel nodo di Milano nel settembre 2024. Solo le circostanze più favorevoli e una certa dose di fortuna hanno fatto sì che il secondo incidente che ha coinvolto anche un treno passeggeri, non avesse le stesse tragiche conseguenze del sinistro avvenuto nel lodigiano.
Questi i fatti in sintesi. Il 13 settembre 2024 un treno merci di Evm Rail proveniente da Torino Orbassano e diretto al valico di confine di Villa Opicina nel percorrere il binario dispari della linea di cintura al triplo bivio/Pc Seveso verso Milano Lambrate, ha urtato l’ultimo carro del treno merci di DB Cargo Italia, proveniente da Busto Arsizio e diretto a Chiasso Smistamento, fermo su un binario affiancato in quanto il segnale di protezione (il “classico” semaforo) era disposto a via impedita.
Come conseguenza dell’urto tra i due treni merci, la motrice di Evm Rail è sviata e due container presenti sull’ultimo carro del convoglio di DB Cargo Italia sono stati sbalzati sui due binari dell’adiacente linea passeggeri Milano Certosa-Milano Centrale. Poco dopo sulla stessa linea sopraggiungeva un treno regionale proveniente da Domodossola e diretto in Centrale, che ha urtato uno dei container arrestando la sua corsa dopo un centinaio di metri. L’incidente ha causato danni ingenti all’infrastruttura (oltre 1,6 milioni di euro) e ripercussioni pesanti sull’esercizio ferroviario nel principale nodo lombardo.
Ora la dinamica esatta di quanto accaduto è stata ricostruita dall’Ufficio per le investigazioni ferroviarie e marittime del Mit (Digifema) in un report datato 13 settembre 2025. Non si tratta né di fatalità, né di sfortuna. La causa principale del primo evento che ha coinvolto i due merci, come si legge nel rapporto “è stata ricondotta alla mancanza, sul tratto di infrastruttura interessata, dei previsti dispositivi meccanici in grado di rilevare l’occupazione del circuito di binario, ossia di percepire la presenza delle ruote del treno merci di DB Cargo fermo sui binari, in prossimità del punto di collisione”. E senza perifrasi la ricostruzione di Digifema aggiunge: “Tale mancanza è stata a sua volta ricondotta a lavori di manutenzione effettuati in precedenza e non correttamente ultimati”.
Senza entrare troppo in dettagli tecnici, osserviamo come i circuiti di binario in presenza di un deviatoio hanno la funzione di garantire il rilevamento di un convoglio anche in corrispondenza di un punto critico, dove le rotaie si interrompono o vengono manovrate per variare il tracciato del treno sullo scambio. Per mantenere la continuità elettrica, le varie parti del deviatoio (aghi, cuore e controrotaie) vengono collegate con trecce ridondate, vale a dire con conduttori flessibili che assicurano un passaggio sicuro della corrente del circuito di binario indipendentemente dalla qualità del contatto meccanico tra le rotaie. In questo modo il circuito di binario resta sempre chiuso sotto le ruote del treno, il segnalamento riceve informazioni corrette e viene garantita la sicurezza, evitando falsi guasti oppure mancate occupazioni della sezione.
Dalla relazione dell’indagine avviata da Rfi, come si legge nel report Digifema, “è emerso che, nel momento in cui si è verificato l’evento, il circuito di binario 352 risultava privo delle trecce di parallelismo ridondate previste” e l’assenza di queste trecce “ha comportato il non funzionamento dell’apparato che non ha potuto rilevare l’occupazione di una parte del circuito di binario del tratto deviato oltre la traversa limite”. Per questo motivo gli apparati centrali di controllo sono stati, come dire ingannati, e hanno dato il consenso al transito del treno di Evm Rail che invece si è trovato davanti la coda del merci di DB Cargo Italia. Da qui la collisione.
Dunque si può parlare di errore umano, ma a differenza di un passato relativamente lontano, in cui quasi sempre un incidente in ferrovia avveniva perché distrattamente non veniva rispettato un segnale, ora la tecnologia svolge un ruolo di assoluta sicurezza, ma resta l’incognita di una corretta manutenzione, come nel caso di Livraga dove il montaggio errato dei circuiti di un deviatoio hanno avuto effetti devastanti.
Piermario Curti Sacchi






























































