Nell’agosto 2025 la rete dei distributori Esso in Italia ha vissuto una svolta di grande rilievo, tornando sotto controllo nazionale dopo sette anni di proprietà straniera. L’operazione, del valore di 425 milioni di euro, ha riportato nelle mani d’imprenditori italiani un assetto che vale il 6% del mercato nazionale della distribuzione di carburanti, con circa 1.200 punti vendita capaci di erogare ogni anno 1,4 miliardi di litri di carburante e di generare un fatturato complessivo di circa due miliardi di euro.
L’accordo vincolante è stato firmato a Roma l’11 agosto 2025 e prevede la cessione di EG Italia, controllata del gruppo britannico EG Group, a un consorzio di cinque società italiane. L’operazione è stata notificata all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il completamento è atteso entro la fine dell’anno, subordinato al via libera delle Autorità competenti. A sostenere la transazione sul piano finanziario sono stati Mediobanca ed Equita Mid Cap Advisory. Dal lato del venditore, EG Group ha spiegato la scelta con la necessità di concentrare le proprie attività sui mercati principali e rafforzare il bilancio, destinando i proventi alla riduzione del debito.
A guidare l’acquisizione è stato un consorzio formato da cinque realtà storiche del settore, espressione di sei famiglie imprenditoriali che da decenni operano nella distribuzione di carburanti. Si tratta di Pad Multienergy di Brescia, controllata dalle famiglie Zani Ondelli e Petrolini e licenziataria esclusiva del marchio Shell in Italia, di Vega Carburanti di Mestre, legata alla famiglia Vianello e pioniera nella diffusione del Gpl, di Toil di Napoli, guidata dalla famiglia Toti e attiva soprattutto nel Sud Italia, di Dilella Invest di Bari, che fa capo alla famiglia Dilella con un forte radicamento in Puglia e di Giap di Modica, della famiglia Minardo, presente dagli anni Settanta con una rete di 200 stazioni distribuite in tutto il Paese. Secondo i portavoce del consorzio, Agostino Apa ed Enrico Zampedri, l’operazione consentirà di generare nuove sinergie e di ampliare i servizi offerti, con un’attenzione particolare alla transizione energetica.
Il ritorno della rete Esso in mani italiane ha anche un forte valore simbolico, legato alla lunga storia del marchio nel nostro Paese. Le origini risalgono al 1891, quando a Venezia fu fondata la Società Italo-Americana pel Petrolio (Siap), una delle prime affiliate estere della Standard Oil Trust di John D. Rockefeller. Nel corso degli anni la società cambiò più volte denominazione: Esso Standard Italiana nel 1950 e, dal 1972, Esso Italiana. Nel 2018 ExxonMobil decise di cedere la rete italiana al gruppo britannico EG Group, allora titolare di oltre 6.300 stazioni di servizio in dieci Paesi.
L’acquisizione da parte del consorzio nazionale s’inserisce in un contesto di profonda trasformazione del settore. L’Italia conta 22.700 distributori di carburante, il numero più alto in Europa, ma la domanda di prodotti tradizionali è destinata a ridursi del 15% nei prossimi vent’anni. In questo scenario, la riconversione degli impianti rappresenta una sfida cruciale. Le stazioni di servizio stanno infatti evolvendo in hub multifunzionali, con colonnine di ricarica elettrica, carburanti alternativi e servizi aggiuntivi destinati a rispondere alle esigenze della mobilità del futuro.


















































