Il recente susseguirsi di episodi che hanno visto protagonisti autisti di veicoli industriali riporta in primo piano il tema della sicurezza stradale, sollecitando un dibattito non solo sulle norme e sui controlli, ma anche sulla percezione pubblica di una categoria fondamentale per l’economia nazionale. L’attenzione mediatica si concentra spesso sulle tragedie, ma accanto a queste esistono quotidiani esempi di competenza e senso civico che raramente trovano lo stesso spazio.
La cronaca recente ha offerto due immagini opposte ma ugualmente emblematiche. Nel tratto aretino dell’A1, un grave tamponamento tra un camion e un’ambulanza ha causato la morte di tre persone, un evento che ha scosso l’opinione pubblica e per il quale sono tuttora in corso accertamenti sulle cause. Pochi giorni dopo, sulla superstrada E45, l’autista umbro Andrea Petturiti si è messo di traverso con il proprio mezzo per fermare un’auto che procedeva contromano, evitando così un potenziale disastro. Due storie che, pur nella loro diversità, mettono in luce un fattore comune: la centralità dell’autista professionale nella tutela della sicurezza di tutti gli utenti della strada.
“Generalizzare non è mai la risposta, perché dietro ogni volante c’è una persona, e ogni storia va letta con senso di responsabilità”, sottolinea Carlotta Caponi, segretaria generale della Federazione Autotrasportatori. “Davanti a tragedie come quella dell’A1 è doveroso attendere gli esiti delle indagini prima di emettere giudizi. Allo stesso tempo, gesti come quello dell’autista Petturiti dimostrano quanto senso civico e professionalità possano fare la differenza”.
La Fai ribadisce la necessità che le norme in materia di sicurezza nel trasporto siano applicate con coerenza e severità. Un appello già espresso dal presidente Paolo Uggè, che chiede un intervento deciso da parte del Governo per garantire la protezione sia di chi viaggia sia di chi lavora sulle strade. Gli autisti di veicoli industriali, infatti, non sono soltanto protagonisti della mobilità delle merci, ma anche lavoratori esposti a rischi elevati, spesso vittime essi stessi di incidenti mortali.
La riflessione tocca anche un nodo culturale: “Il nostro settore è fatto di donne e uomini che ogni giorno affrontano turni lunghi, pressioni e condizioni difficili”, aggiunge Caponi. “Ma non per questo meritano di essere etichettati in blocco. La sicurezza si costruisce con regole chiare, formazione continua e rispetto reciproco tra tutti gli utenti della strada. A nome delle imprese italiane di autotrasporto associate alla Fai, desideriamo ringraziare sinceramente i nostri dipendenti e tutti gli autisti per il lavoro prezioso, spesso silenzioso, che svolgono ogni giorno con professionalità e dedizione”.




























































