Il Governo federale austriaco ha approvato l’8 ottobre 2025 il nuovo pacchetto sui pedaggi per i veicoli pesanti (Lkw-Maut-Paket) e la transizione completa alla vignetta digitale dal 2027. L’obiettivo dichiarato dall’esecutivo è rendere il sistema di tariffazione più trasparente, allineando i costi di pedaggio ai reali impatti ambientali e acustici del traffico pesante. È prevista la sospensione temporanea dell’adeguamento automatico all’inflazione per i costi infrastrutturali, misura che dovrebbe stabilizzare nel breve periodo i livelli tariffari.
Secondo il ministero dei Trasporti, il nuovo schema introduce una suddivisione più dettagliata dei pedaggi in base alle emissioni di CO2, premiando i veicoli a basse o nulle emissioni e applicando maggiorazioni a quelli più inquinanti. Dal 2026, quindi, l’aumento dei pedaggi per i camion varierà tra il 10% e il 13% a seconda della classe di emissioni inquinanti, includendo nuove componenti di costo legate all’impatto ambientale e al rumore. La misura dovrebbe generare un gettito aggiuntivo di circa 42 milioni di euro per il bilancio statale.
Il Governo austriaco ha confermato che fino al 2030 resterà in vigore lo sconto del 75% sui pedaggi per i veicoli industriali a zero emissioni, sostenuto da un fondo da 80 milioni di euro (eMove Austria) destinato alla transizione energetica del settore. Dal 2027, inoltre, sarà eliminato il contrassegno autostradale cartaceo, mantenendo solo la versione digitale, già oggi utilizzata dalla maggior parte degli utenti.
Le associazioni degli autotrasportatori, tra cui la Wirtschaftskammer Österreich (Wko), hanno espresso preoccupazione per il forte impatto economico sui costi di esercizio dell’autotrasporto. L’associazione stima che per un camion con percorrenza annua di 180mila chilometri la spesa per pedaggi passerà da circa 100mila euro a non meno di 110mila euro nel 2026, in un contesto in cui il pedaggio per i camion è già aumentato di quasi il 30% dal 2022.
Le imprese segnalano che l’Austria risulta già tra i Paesi europei con i costi di transito più elevati. Il valore medio dei costi operativi per un camion potrebbe raggiungere i 92mila euro annui entro il 2026, aggravando le difficoltà di molte piccole e medie aziende del comparto logistico. Le principali organizzazioni di categoria chiedono che la revisione tariffaria tenga conto della competitività nazionale e che l’aumento maggiore sia applicato ai mezzi di transito internazionale.
La Wko e altre associazioni hanno promosso proteste e incontri con il ministero dei Trasporti per chiedere una rimodulazione delle tariffe e la sospensione del meccanismo di rivalutazione automatica dei pedaggi. Tra le proposte discusse c’è anche un incremento delle vignette a breve termine per autovetture, utilizzate in gran parte da turisti stranieri, per alleggerire il peso sulle imprese di trasporto locali. Il dibattito politico resta aperto, con divergenze interne alla coalizione di governo: l’Övp chiede misure di salvaguardia per la logistica nazionale, mentre la Neos sostiene un sistema più rigido per i veicoli più inquinanti.






























































