Con la firma del ministro dei Trasporti, il 2 luglio 2025 è diventato operativo il Decreto che introduce in Italia l’obbligo dell’Alcolock per i conducenti recidivi sorpresi alla guida in stato di ebbrezza, allineando il nostro Paese alle pratiche già adottate in diverse nazioni europee come Francia, Svezia, Austria e Polonia. È un dispositivo che impedisce l’avvio del motore se il conducente risulta positivo all’alcol test.
Il funzionamento dell'Alcolock è semplice: prima di accendere il veicolo, l’automobilista deve soffiare in un boccaglio. Se il tasso alcolemico rilevato è superiore a zero, il motore non parte. Ogni tentativo viene registrato e il sistema è dotato di sensori e sigilli anti-manomissione per evitare frodi. L’installazione sarà obbligatoria solo per chi è stato condannato in via definitiva per guida in stato di ebbrezza con tasso superiore a 0,8 grammi per litro. L’obbligo durerà due anni nei casi meno gravi, e tre se il tasso accertato superava 1,5 g/l.
Il dispositivo dovrà essere montato presso officine autorizzate dal ministero, e ogni veicolo dotato dell’Alcolock dovrà avere una documentazione specifica, da tenere a bordo insieme alla patente, che riporterà codici europei identificativi dell’obbligo. I costi, che si aggirano intorno ai 2.000 euro per l’acquisto e il montaggio, saranno interamente a carico del conducente, che dovrà anche sostenere le spese di manutenzione, consumabili e tarature periodiche.
Chi sarà trovato alla guida senza il dispositivo, pur avendo l’obbligo, rischierà una multa tra i 158 e i 638 euro, oltre alla sospensione della patente da uno a sei mesi. Le sanzioni saranno ancora più severe in caso di manomissione dell’apparecchio o dei suoi sigilli. I controlli verranno affidati alle Forze dell’Ordine, che verificheranno sia il corretto funzionamento del sistema sia la corrispondenza tra il dispositivo installato e la documentazione a bordo.
Il Decreto è stato notificato a Bruxelles lo scorso marzo ed è ora pienamente operativo. Secondo quanto indicato dallo stesso ministero, i primi dispositivi potrebbero essere installati già entro la fine di luglio. Le stime internazionali indicano una riduzione della recidiva fino al 95% grazie all’uso dell’Alcolock. Il Decreto del 2 luglio precisa anche come l’Alcolock deve essere applicato all’autotrasporto.
Il testo infatti stabilisce chiaramente che l'Alcolock può essere installato su diverse categorie di veicoli adibiti al trasporto sia di persone che di merci. L'installazione dell'Alcolock sui camion deve rispettare gli stessi standard tecnici previsti per tutti i veicoli, quindi essere conforme alla normativa EN 50436 per etilometri, essere montato dalle officine autorizzate dal ministero, avere la marcatura CE e i sigilli anti-manomissione. I veicoli devono avere a bordo la dichiarazione d’installazione originale e un certificato di taratura valido.
Durante l’approvazione della riforma del Codice della Strada che ha introdotto l’Alcolock, le associazioni degli autotrasportatori hanno chiesto l’esenzione del dispositivo dai veicoli industriali, ma tale richiesta non è stata accolta durante l’esame parlamentare. Dal punto di vista operativo, la norma pone alcuni problemi agli autotrasportatori. Il primo è che alcuni camion di vecchia generazione non potrebbero essere compatibili con l’installazione dell’Alcolock.
Ma anche se tutti i camion sono compatibili, sorgono ostacoli nella gestione della flotta, soprattutto se gli autisti devono ruotare tra i veicoli. Dotare tutta la flotta dell'Alcolock a scopo preventivo (con relativa taratura periodica) richiede costi elevati, ma farlo in modo parziale limita la gestione degli autisti che sono obbligati al suo uso, che devono guidare solo i camion equipaggiati. Un problema aggravato dalla carenza di conducenti, che il numero degli autisti di riserva.