Il fenomeno è iniziato a Genova un anno fa, il 3 giugno, quando otto associazioni dell’autotrasporto (Trasportounito, Aliai, Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap e Lega Cooperative) annunciarono l’introduzione di un sovrapprezzo nel trasporto stradale di container da e per il porto (congestion fee) per risarcire gli autotrasportatori delle lunghe attese al carico e scarico. Si parlò di una cifra compresa tra 120 e 180 euro per viaggio, sulla base della sua lunghezza. La decisione è stata motivata dalla congestione quotidiana del porto generata da terminal "ingiustificatamente inadeguati a livello strutturale", con extra-costi stimati in oltre un milione di euro.
La congestion fee è poi scesa a sud, nel porto di Napoli, dove le associazioni campane dell'autotrasporto hanno annunciato il sovrapprezzo dopo settimane di code con oltre cento camion bloccati per ore al terminal Conateco, che movimenta l'80% delle merci del porto. L'iniziativa ha portato all'apertura di due tavoli permanenti di confronto con le Autorità portuali. Nell’ottobre dello stesso anno sono stati gli autotrasportatori della Spezia a introdurre questo sovrapprezzo e in questo caso le associazioni di categoria che lo hanno fatto sono state sei: Anita, Assotir, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai e Trasportounito. Il supplemento è applicato a tutti i viaggi verso il bacino portuale attraverso il varco degli Stagnoni.
Il quarto porto a vedere questo supplemento è quello di Venezia-Marghera, i cui autotrasportatori lo hanno introdotto il 3 giugno 2025, diventando il primo scalo dell'Adriatico ad adottarlo. Le associazioni coinvolte sono Fai, Cna e Confartigianato Trasporti Veneto, anche se l'importo specifico non è ancora stato comunicato ufficialmente. La misura è stata giustificata come compenso per i maggiori costi legati alle "insostenibili" attese per le operazioni di carico e scarico.
Questa è la situazione odierna, ma la congestion fee è stato annunciato già per altri scali. Il 16 giugno dovrebbe interessare Vado Ligure, dove è stata annunciata da otto associazioni liguri dell'autotrasporto (Aliai, Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap, Lega Cooperative, Trasportounito). Le sigle hanno denunciato "criticità organizzative da parte del Terminal Apm" e ritardi operativi causati dall'arrivo di navi con maggiori carichi di container. L'importo della fee non è ancora stato specificato ufficialmente.
Pochi giorni dopo, il primo luglio, il supplemento dovrebbe entrare in vigore nel porto di Livorno. È stato annunciato da Anita, Assotir, Cna Fita, Confartigianato, Fai e Trasportounito, che lamentano "maggiori costi dovuti ai ritardi al carico e scarico ai terminal container" con attese che arrivano a superare le tre o quattro ore. Cna Fita ha anche sottolineato che i disservizi dovuti a "congestionamenti, navi, picchi di lavoro, guasti, manutenzioni, vento" non devono più ricadere sulle imprese di trasporto.
Il supplemento potrebbe comparire anche a Ravenna, dove il Comitato Unitario Autotrasporto ha minacciato il blocco dell'accesso al terminal container il 12 maggio 2025, a causa delle lunghe attese per consegne e ritiri che possono raggiungere le due ore. Spedizionieri e doganalisti hanno dichiarato di essere preoccupati per il rischio di perdita di traffico. Le imprese richiedono alla società terminalista più personale e un miglioramento generale della gestione dei flussi.
La progressiva estensione della congestion fee sta preoccupando gli altri operatori della filiera del container. Il presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto, ha dichiarato all’inizio di giugno 2025 che "i disservizi denunciati dagli autotrasportatori vengono subiti da tutta la catena logistica" e che la merce "non può certamente oggi farsi carico di ulteriori costi" . L'associazione ha messo in evidenza "profili di rilevanza anticoncorrenziale" nella richiesta di applicazione unilaterale della maggiorazione, appellandosi alle Autorità di Sistema Portuale per l'istituzione di tavoli di confronto.
Anche i terminalisti, tramite Assiterminal, si oppongono all’applicazione di questo supplemento, chiamando anch’essi in causa direttamente le Autorità portuali. L'associazione sostiene che "la vicenda è già disciplinata dalla recente introduzione della norma sull'extra-time fee del DL infrastruttura" e che le Autorità di Sistema Portuale "ben possono adottare atti di regolazione e controllo finalizzati a garantire livelli di prestazione". Assiterminal critica il "susseguirsi di iniziative sui singoli territori, frammentate se non a volte addirittura rivolte a specifici operatori" e punta il dito sulla presunta inerzia degli enti portuali.
Pur critica, Federlogistica ha assunto una posizione propositiva, chiedendo che la congestion fee "deve essere trasformata in una port fee vera e propria, in virtù di quanto prevede l'articolo 6 bis del Decreto legislativo 286/2005". L'associazione sottolinea che il fatto che questo supplemento sia "di natura discrezionale e non obbligatoria genera situazioni contraddittorie che favoriscono le ditte senza scrupoli che offrono, sostanzialmente in dumping, servizi di trasporto".
Le compagnie di navigazione non si stanno per esprimendo, ma una, la tedesca Hapag-Lloyd, ha reagito applicando a sua volta una maggiorazione per recuperare quella degli autotrasportatori, comunicando ai suoi clienti l'applicazione di una fee di 85 euro per ogni posizionamento da e per La Spezia, "a seguito dell'ormai insostenibile difficoltà che la viabilità per accedere al porto sta registrando negli ultimi mesi". Invece per ora non è giunta alcun segnale dalla Autorità di Sistema Portuale.
Non è ben chiaro dove, quando e come è applicata la congestion fee, anche perché l’autotrasporto di container è frammentato in diverse realtà. Tra gli autotrasportatori in conto terzi indipendenti ci sono imprese strutturate di dimensioni relativamente grandi e piccole e medie aziende e ciascuno è libero d’ applicare il supplemento, col rischio che chi non lo fa ha un vantaggio competitivo. Poi ci sono le imprese di autotrasporto legate in diversi modi con le compagnie marittime nel contesto del “posizionamento in carrier” – dove il trasporto terrestre è in carico al vettore marittimo – che non hanno interessa ad applicare la congestion fee.