È stato soprannominato il “turismo delle patenti” ed è la possibilità per un conducente di uno Stato dell’Unione Europea di evitare le sanzioni più gravi che riguardano la patente, come la sospensione o il ritiro, quando commette infrazioni che le comportano in uno Stato diverso da quello di residenza. Un fenomeno che la Commissione Europea intende reprimere con un provvedimento che finalmente applicherà il completo riconoscimento reciproco delle sanzioni tra tutti i Paesi dell’Unione. Un importante passo avanti in tal senso è giugno all’inizio di settembre 2025 con un accordo tra il Parlamento Europeo e i rappresentanti degli Stati.
L’intesa introduce il principio secondo cui il ritiro o la sospensione della patente di guida in uno Stato membro sarà valido in tutti gli altri Paesi dell’Unione, evitando così disparità o zone franche per chi commette infrazioni. La novità non riguarda però tutti i casi, ma si applicherà esclusivamente ai ritiri o sospensioni superiori ai tre mesi, collegati a violazioni gravi come la guida in stato di ebbrezza, l’uso di droghe, l’eccesso di velocità significativo o la condotta che provoca gravi lesioni o la morte di persone.
La base operativa della riforma sarà la rete Resper (Rețeaua Europeană de Permise de Conducere), il sistema che collega le Autorità nazionali in materia di patenti. Lo Stato che applica la sanzione dovrà notificare la misura attraverso Resper allo Stato che ha emesso la patente. Quest’ultimo avrà venti giorni di tempo per informare il conducente e per applicare una sanzione equivalente. Vi è però una garanzia procedurale importante: la comunicazione potrà avvenire solo dopo che il conducente avrà esaurito tutte le vie di ricorso nello Stato in cui è stata commessa l’infrazione. Inoltre, lo Stato di emissione della patente avrà la facoltà di non confermare la sanzione se riterrà che i diritti di difesa del conducente non siano stati rispettati.
Il testo legislativo definisce in modo chiaro l’elenco delle infrazioni che rientrano nell’ambito di applicazione. Non sono provvedimenti di breve durata, che resteranno confinati al singolo Stato, ma di violazioni tali da incidere pesantemente sulla sicurezza stradale a livello europeo. Questo approccio vuole rafforzare la coerenza tra i diversi ordinamenti, evitando disparità che in passato hanno permesso a conducenti sanzionati in un Paese di continuare a guidare liberamente in un altro. Un aspetto che tocca direttamente il settore del trasporto professionale, in cui la sicurezza e la responsabilità alla guida sono elementi centrali.
L’accordo raggiunto necessita ancora dell’approvazione formale del Consiglio e del Parlamento Europeo. Una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la Direttiva entrerà in vigore dopo venti giorni, con un periodo di recepimento di quattro anni da parte degli Stati membri. È inoltre prevista una clausola di revisione quinquennale, che consentirà di valutare l’efficacia delle nuove regole e di introdurre eventuali correttivi.
Per gli operatori dell’autotrasporto, questa Direttiva rappresenta un passo importante verso una maggiore uniformità e trasparenza. Le aziende che impiegano autisti internazionali potranno contare su regole più chiare e su un sistema di controllo che riduce il rischio di comportamenti pericolosi tollerati in alcuni Stati e sanzionati in altri. Il provvedimento s’inserisce in una strategia più ampia dell’Unione per migliorare la sicurezza stradale, ridurre il numero di vittime e garantire condizioni di concorrenza leale tra operatori.


































































