Il traffico merci negli aeroporti italiani ha chiuso il mese di luglio 2025 con un segno positivo, toccando le 119.700 tonnellate e registrando una crescita del 3,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Un risultato incoraggiante, ma allo stesso tempo fortemente concentrato: i primi dieci scali coprono infatti quasi il 98% del totale nazionale, con andamenti molto differenziati che raccontano una polarizzazione sempre più netta del settore.
Il baricentro rimane Milano Malpensa, che da sola vale oltre la metà del traffico merci nazionale. Con 68.986 tonnellate movimentate e un incremento del 7,6% su base annua, lo scalo lombardo consolida il suo ruolo di hub di riferimento per il cargo intercontinentale e allarga ulteriormente il distacco rispetto agli altri aeroporti italiani. Roma Fiumicino, secondo nella graduatoria, mantiene una quota significativa – circa un quarto del totale nazionale – con 28.134 tonnellate e una crescita del 2,3%. La capitale beneficia della combinazione di voli passeggeri di lungo raggio e collegamenti dedicati al trasporto merci, pur senza replicare la dinamicità di Malpensa.
Più stabile la situazione di Venezia, che con 6.453 tonnellate resta al terzo posto ma registra una lieve flessione dell’1,1%. Lo scalo continua a rappresentare un punto d’ingresso importante per il Nord-Est, ma mostra segnali di rallentamento rispetto alla crescita passata. In calo anche Bologna, quarta con 5.033 tonnellate e un arretramento del 5,8%, penalizzata dal ridimensionamento di alcuni flussi legati alla distribuzione regionale e al comparto espresso. Ben più marcata la contrazione di Brescia Montichiari, che con 3.008 tonnellate accusa una perdita del 22,3%. Un dato che mette in evidenza le difficoltà dello scalo nel difendere la propria posizione, stretto tra la forza di Malpensa e la concorrenza di altri aeroporti del Nord.
Tra i primi dieci spicca invece il recupero di Bergamo Orio al Serio, che con 2.225 tonnellate cresce del 4,2%, sostenuto dal traffico dei corrieri e dall’apertura di nuovi collegamenti. Più contenuto ma comunque positivo l’andamento di Pisa, che con 1.228 tonnellate mette a segno un +4,3%, trainata da settori a elevato valore aggiunto come farmaceutico e tecnologia.
Molto più problematica la prestazione di Roma Ciampino, che con 935 tonnellate subisce un crollo del 36,1%. Lo spostamento dei volumi verso Fiumicino e la riduzione di attività legate agli operatori espressi spiegano la flessione, che ridimensiona il ruolo dello scalo nella catena logistica nazionale. Più contenuti, ma comunque positivi, i dati di Napoli e Ancona: lo scalo campano chiude luglio con 827 tonnellate (+1,4%), sostenuto soprattutto dall’export agroalimentare, mentre quello marchigiano raggiunge le 627 tonnellate (+2,2%), beneficiando della spinta del tessuto manifatturiero regionale.
Il quadro che emerge è quello di un mercato in ripresa, ma anche sempre più selettivo. Malpensa e Fiumicino, insieme, concentrano oltre l’80% del cargo nazionale, rafforzando una polarizzazione che lascia poco spazio di manovra agli altri aeroporti. Gli scali di medie dimensioni mostrano oscillazioni significative, spesso legate a singoli operatori o segmenti di nicchia, e restano esposti a dinamiche competitive e logistiche che possono mutare rapidamente.































































